TERAMO – Un applauso lungo, un discorso rivolto soprattutto a loro, una foto di gruppo e l’incoraggiamento a proseguire sulla strada delle occupazioni: Nichi Vendola appoggia la protesta degli studenti nel suo incontro pubblico organizzato da Sinistra ecologia e libertà di Teramo alla sala polifunzionale. Li esorta a riempire le piazze come hanno fatto venerdì con il corteo da record per le vie cittadine, ha strigliato il centrosinistra a recitare un mea culpa sulla scuola: «Ha dimenticato la fabbrica-scuola – ha detto il leader di Sel e candidato alle primarie del centrosinistra del fine settimana -. Lo Stato ha provato a soggiogare le scuole ai piani aziendali, individuando i poveri presidi quali manager, e gli istituti hanno perso il ruolo di educazione alla democrazia e alla vita sociale». Vendola ha descritto la scuola di oggi quale specchio della degenerazione della società, dove i docenti sono stati sviliti, «i meno pagati dell’Ocse», «perchè in cattedra è salita la tv, con i Briatore, la De Filippi, Lele Mora e Corona, con l’esaltazione dell’individuo rispetto alla società, nell’epoca del lusso predatorio e proprietario, dell’ombelico e dell’eros dell’ombelico». Chi critica la Gelmini per la sua riforma della scuola, ha avvertito Vendola, non ha capito che lei, «dietro quella sua inefficienza da piccola fiammiferaia, mistero dell’antropologia contemporanea, ha perseguito l’obiettivo individuato dal modello Berlusconi: trasformare la mission educativa della scuola, formando clienti ed educandoli al mercato». Da qui la speranza che questi giovani che occupano le scuole vadano avanti, perchè «sono generazione che deve sorbirsi l’Isola dei famosi, la riforma Gelmini e un futuro con contratti della legge 30 da piccoli lavoretti senza prospettiva e futuro, che non ti liberano dal ricatto». Il leader di Sel ha puntato il dito contro la classe dirigente che fino a oggi ha guidato il Paese, «al mattino clericali e liberisti e che di sera il family-day lo celebrano con il burlesque e la cocaina». Il futuro del Paese per Vendola, passa attraverso una ricostruzione del ruolo civile, che ponga al centro della scena sociale il lavoro, che obblighi la finanza opaca al confronto con la legge e, perchè no? ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori». Bisogna demolire la costruzione che la destra ha fatto dello Stato, ha aggiunto il Governatore della Puglia, «in cui lo Stato lascia al mercato la gestione dei piani industriali e si occupa degli embrioni, del fine vita o di cosa sia giusto e corretto sessualmente e moralmente. E’ ora di cambiare registro: nella mia idea lo Stato deve tornare a gestire la vita pubblica e non deve ficcare il naso nella vita privata di casa mia». E sulla linea del traguardo delle primarie in casa Pd, la stoccata finale al centrosinistra dirigista e ingessato degli ultimi anni: «Nella battaglia tra la Cgil e Marchionne, la sinistra sta senza se e senza ma con la Cgil, così come la sinistra non può avere dubbi con chi stare se il mondo si divide tra gli operai licenziati di Melfi e Pomigliano e le isole Cayman, Costa Smeralda e Billionaire…».
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