Chiodi svela la “notte dei lunghi coltelli"

TERAMO – Ha dovuto discutere, si è dovuto spogliare di quell’aplomb tutto suo, per evitare che Teramo e anche l’Abruzzo non avesse parlamentari nella prossima legislatura. Gianni Chiodi ha riferito che qualcuno al telefono gli perfino raccomandato «di stare calmo», esortazione che non aveva mai ascoltato rivolta a lui. Ma la posta in palio era alta, l’«amicizia quarantennale» con Tancredi e il ruolo di Piccone e Di Stefano andavano difesi a spada tratta dall’estromissione, dal blitz dei colonnelli di Berlusconi. E ha messo in campo la grinta: con Berlusconi intanto. All’ex premier ha «rivoltato di tutto, con i giusti modi per carità – ha raccontato Chiodi -. Ma non sapeva niente delle liste e a un certo punto mi ha detto: ‘aspetta, devo sedermi e prendere appunti’». Sono state ore cruciali, due lunghe notti, per un Governatore che aveva deciso di non occuparsi delle liste e che il tragitto dalla sede del Pdl nazionale e Palazzo Grazioli lo ha dovuto coprire diverse volte: «Una volta per Tancredi, un’altra per Fabrizio Di Stefano, che era stato materialmente ‘depennato’ dalla lista dove era stato inserito…». Ore frenetiche, dove i nervi saltano, fino alla litigata con Cicchitto, reo di remare contro i candidati Pdl credibili graditi alla classe dirigente abruzzese. Ma la ‘chicca’ finale è ancora su Aracu: «Ha telefonato a Tancredi quando girava l’indiscrezione sulla prima lista senza abruzzesei in posizione utile dicendogli: ‘Hai visto cosa ti ha combinato il tuo amico Gianni?’». E anche in conferenza stampa il Governatore torna a svestirsi dell’aplomb: «Adesso Aracu prenderà una pausa di riflessione… Si dedicherà alla sua federazione pattinaggio…»