TERAMO – Un Focus sul reparto di Oncologia della Asl di Teramo. Lo ha realizzato il Tribunale dei diritti del Malato , per evidenziare le principali carenze, valutandole dal punto di vista dei degenti ed offrire il proprio contributo al miglioramento dell’assistenza. In particolare, l’attenzione è stata puntata sul day hospital per le chemioterapie: è stata evidenziata, a tal proposito, la carenza di personale, e l’impossibilità di praticare le terapie anche nelle ore pomeridiane. «Dopo la clamorosa protesta dei malati di cancro che hanno dato vita allo sciopero della fame – afferma Monia Pecorale della Cgil – la situazione non è cambiata: il medico che doveva arrivare da Medicina generale di fatto non c’è in reparto, e resta la carenza di personale infermieristico». Un altro problema rilevante riguarda l’Ufa, (Unità farmaci antiblastici), il laboratorio per la preparazione dei farmaci chemioterapici, inaugurato a Teramo nel 2007 e chiuso, come ha sottolineato il presidente del Tdm Vincenzo Di Benedetto, «dopo soli 21 mesi». Una situazione che il Tdm ha segnalato anche alla Corte dei Conti, «hanno speso 250 mila euro», e che continua a creare disagi ai pazienti oncologici che devono sottoporsi a chemioterapia. «I farmaci – spiega Paola Covitti, medico e malata oncologica – devono arrivare da Giulianova, e non lo fanno prima delle 10 del mattino. Di fatto ci sono 25 degenti ed un solo medico: per fare le dimissioni bisogna prendere il numero e attendere il proprio turno». L’assenza dell’Ufa crea anche degli sprechi: nel primo semestre del 2009, secondo i dati a disposizione del Tdm, sono stati buttati farmaci per un valore di 50 mila euro. «Il problema – sottolinea Di Benedetto – è che, se il malato non si presenta il giorno della chemioterapia, il farmaco va buttato. Prima, quando l’Ufa era attivo, non era così: i degenti arrivavano la mattina alle 8, si sottoponevano, se necessario, alle analisi del sangue, e, se erano in grado di effettuare terapia, il farmaco veniva preparato al momento, senza sprechi». Alessandro Core, rappresentante del Cimo, sindacato dei medici ospedalieri, ha chiesto una migliore organizzazione del servizio. «C’è poco da vantarsi – afferma – di 25 accessi effettuati al giorno, se poi vengono effettuati nell’arco di sole tre ore».
LE PROPOSTE – Il Tdm lancia quindi le sue proposte per potenziare il reparto: in primis chiede la piena attuazione del servizio, come previsto dal Piano Oncologico regionale, che prevede il comprensorio oncologico di Teramo come ospedale di riferimento. Chiede inoltre che vada fatto funzionare in ogni suo settore il percorso diagnostico-terapeutico-riabilitativo, e che sia gestito da una cabina di regia, da costituire nel reparto di Oncologia, con il compito di seguire il malato in ogni fase della malattia e che che sia messo in funzione il secondo acceleratore per la Radioterapia. Il Tdm sollecita il ripristino dell’Ufa e il mantenimento nell’Unità operativa complessa di oncologia il reparto di degenza con 15 posti letto, come previsto dalla legge regionale 61 del 1997, da non confondere con l’hospice di prossima apertura. Secondo il Tdm il day hospital per le chemioterapie deve essere attivo anche di pomeriggio. Suggerisce infine alla direzione della Asl di servirsi dello strumento di Audit Clinico, procedura inserita dalla Regione nel Piano sanitario regionale che serve ad effettuare un’obiettiva e produttiva osservazione scientifica del reparto per il miglioramento della qualità assistenziale.
La minaccia di un nuovo sciopero della fame
Sui problemi del reparto di Oncologia è tornato oggi anche il blogger Giancarlo Falconi promotore dello scipero della fame condotto a metà gennaio con alcuni infermieri e pazienti per sensibilizzare l’opinione pubblica sul prbolemi del reparto. "Nei prossimi due giorni – annuncia falconi in una nota – se non ci saranno sostanziali positive novità nel reparto di Oncologia, riprenderemo lo sciopero della fame, interrotto, dopo l’assegnazione al day hospital oncologico, di un medico oncologo. Lo stesso in realtà è servito solo per tamponare le emergenze ed è costretto a turni massacranti, dividendosi con il reparto di medicina generale.