TERAMO – L’hospice, la struttura assistenziale creata all’interno dell’ex Sanatorio di Teramo, apre finalmente le porte martedì mattina alle 10,30, con una cerimonia inaugurale alla presenza del governatore Gianni Chiodi. L’Hospice è dedicato a quei malati che non hanno più bisogno di complessi accertamenti diagnostici, ma di cure palliative e di supporto, con una particolare attenzione alla dimensione psicologica e di tutela familiare. Per questo motivo le 10 camere di degenza che sono all’interno della struttura sono stanze singole dotate, oltre che di servizi igienici con bagni spaziosi, docce e attrezzature per disabilità, di divani letto per le persone di famiglia che accompagneranno le persone malate. Ogni stanza, particolarmente curata negli arredi, con tv, collegamenti per computer e internet, microonde e frigo, tende a riprodurre l’ambiente/casa, come è doveroso per chi affronta, con i propri cari, il momento del distacco dagli stessi. Colori, luce, il verde che circonda la struttura, le ampie finestre e la ideale termoregolazione sono stati studiati come elementi costituitivi dell’accoglienza, così come l’assistenza tutta che verrà messa a disposizione della persona. Infatti nell’Hospice sarà impegnato un team assistenziale coordinato da un medico anestesista rianimatore esperto in palliazione, che si avvarrà di un gruppo multidisciplinare di professionisti che spazierà da psicologi a oncologi, da geriatri a neurologi e a quant’altro sarà utile, a seconda delle necessità di ogni singolo paziente. "Il doveroso hospice di Teramo costituisce motivo di orgoglio da mettere a disposizione delle persone. La direzione strategica della Ausl – si legge in una nota – seppure fra mille ostacoli, è riuscita nella realizzazione di un progetto lasciato da almeno 8-10 anni in un cassetto. Esso era già finanziato con fondi finalizzati ed inalienabili e l’impegno che il management sentiva era prima di tutto quello di far riconoscere i diritti sacrosanti delle persone che soffrono e di curarle". L’azienda sottolinea che l’esemplare opera di architettura che è stata realizzata ha fatto sì che
la Ausl iniziasse il recupero di un immobile che correva il rischio di divenire un ulteriore "rudere" del patrimonio immobiliare della azienda. Sempre nell’ottica di alleviare i momenti di massima sofferenza, nei quali la vicinanza dei congiunti in un ambiente decoroso e confortevole può rendere meno amaro il momento del drammatico distacco, sono stati studiati gli spazi per eventuali bambini portati a visitare i congiunti e altri destinati a situazioni conviviali, in maniera che i pazienti possano condividere più ore con l’intera famiglia o con i propri amici. Ed è proprio nel passaggio dall’idea di cura della malattia al concetto di prendersi cura della persona che sta la vera rivoluzione culturale rappresentata dall’Hospice: un luogo dove i malati terminali possono trovare sollievo dal dolore, cure e conforto atto a garantire dignità a tutti.