TERAMO – «Il tribunale ha riconosciuto e certificato gli ‘errori-orrori’ della procura e degli inquirenti e le condanne, preventivate, sono francamente irrisorie rispetto alla gravità di quelli che erano i capi di imputazione»: Azione Antifascista commenta così la sentenza che ieri sera il tribunale di Teramo ha emesso nei confronti dei 21 imputati "rossi e neri" del’inchiesta sugli scontri delle opposte fazioni politiche. Antifà ritiene che il verdetto rafforzi «le nostre posizioni e ci porti a gioire del fatto che, prima di qualsiasi tribunale, a fermare certi rigurgiti sia stata solo ed esclusivamente la nostra azione politica quotidiana, a ulteriore riprova della nostra convinzione che l’antifascismo vada praticato e non delegato». Il processo ha sancito la condanna di 15 dei 21 giovani e di questi 10 appartenenti alla frangia antifà: a loro Azione Antifascista esprime solidarietà, augurandosi «che la procura si astenga dal presentare ricorso avverso tale sentenza così da evitare che la comunità debba nuovamente sopportare, con ulteriori costi, la fervida immaginazione di qualsivoglia pm e che i cittadini teramani che ancora non l’abbiano fatto inizino a riflettere sia sulla gestione dell’ordine pubblico in città sia su quelli che sono i veri problemi della nostra società».
E Prc plaude all’assoluzione di Davide Rosci. Rifondazione Comunista esprime il proprio «compiacimento» per l’assoluzione di Davide Rosci in questo processo. «Il teorema accusatorio costruito dalla Procura di Teramo, che inquadrava Azione Antifascista come un’associazione a delinquere di cui il compagno Rosci sarebbe stato il capo, è crollato di fronte al Tribunale che ha assolto Davide anche da tutte le altre accuse – sostiene la segreteria del Circolo di Teramo -. Il castello di carte della Procura è volato via, lasciandosi dietro soltanto i costi elevatissimi di un’indagine lunga e, a dar ragione alla sentenza del Tribunale, inconcludente. Per dirla con Flaiano, la situazione è grave ma non è seria».