TERAMO – "Fuori luogo e fuori ogni senso politico le parole del presidente Giovanni Chiodi sull’opportunità di chiudere le università di Urbino, Bari e Messina. Le università citate non le ha aperte lui, bensì quello Stato, che egli dovrebbe rappresentare e che per calandreniana memoria ha inteso investire su formazione scolastica e cultura di massa, affinché poter creare sempre più sensibilità cognitiva". Così Mario Ferzetti, esponente di Rifondazione Comunista, prende posizione sul dibattito scatenato dalle dichiarazioni del governatore abruzzese su Facebook, e attribuendo però la responsabilità politica delle criticità che pesando sull’istruzione proprio al centrodestra. "Prima di parlare di chiusure di università fallimentari e di baronie – dice ferzetti in una nota – Chiodi dovrebbe riconoscere chi le costrette a quello stato: ovvero la sua parte politica con i famosi tagli lineari alla ricerca universitariae e dovrebbe spiegare quanto è stato dato alle università private a scapito delle università pubbliche. Chiodi dovrebbe parlare di quanto e come vengono pagati gli insegnanti nelle stesse scuole e università pubbliche". Ferzetti infine si appella e cita l’articolo 33 della Costituzione invitando il presidente Chiodi ad attenersi : "La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato".
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