L’AQUILA – «Sei mesi di bugie e promesse, oltre che di costi esorbitanti»: lo affermano il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci ed il capogruppo in Consiglio regionale Camillo D’Alessandro dopo le dichiarazioni di ieri del Governatore circa la data del 25 e 26 maggio delle elezioni regionali, con l’unica variante di una eventuale crisi di Governo. «Per Chiodi – dicono i due esponenti del Pd – oggi conta solo la poltrona, tanto che da marzo 2013 a maggio 2014 si è occupato e si occuperà solo di legge elettorale, proroghe elettorali, incompatibilità sulle candidature, firme per presentare le liste. A pagare questo bonus di 200 giorni saranno gli abruzzesi, costretti a sei mesi di ordinaria amministrazione pagata a peso d’oro e con il rischio reale di illegittimità del voto e dunque di ricorsi». Di ‘farsa’ parla il responsabile regionale dell’Idv Alfonso Mascitelli sottolineando due rischi che corre l’Abruzzo: l’immobilismo e l’incertezza. "Il governo nazionale delle larghe intese non avrà nessun potere di influenza sulla Corte Costituzionale che si è già pronunciata in passato, annullando leggi e provvedimenti, sulla
limitazione delle prerogative di giunta e consiglio alla ordinaria amministrazione, dopo la scadenza della legislatura. L’indizione delle elezioni a maggio – prosegue – dovrà essere confermata con un decreto del governo nazionale che, per rispetto della legge dovrebbe accorpare anche le regionali della Sardegna che vanno a scadenza a febbraio. In caso contrario, il decreto firmato da Chiodi, sulla base di un emendamento approvato dal consiglio fuori tempo e in contrasto con lo Statuto, sarà facilmente oggetto di opposizione al TAR da parte di qualsiasi elettore con richiesta di impugnativa costituzionale e rischio di gettare ancora di più la nostra regione nel caos".