Vicentini/2. Il Pd: «La salute non si garantisce con le carte bollate»

TERAMO – Non è più tollerabile il livello raggiunto dalle beghe politiche e giudiziarie che hanno coinvolto negli ultimi tempi il sistema sanitario locale e soprattutto gli ospedali del Teramano: è quanto sostiene il presidente regionale del Partito democratico, Manola di Pasquale. «Il diritto alla salute, ad essere curati ed il rispetto del malato – afferma – devono sempre stare la primo posto ed essere il primo pensiero degli amministratori e dei politici. La grande conflittualità è segno evidente della incapacità di questa classe dirigente e dei politici del centro destra teramano e regionale: non è pensabile che un dirigente-politico ponga davanti alla vita di un essere umano, e quindi del suo diritto ad essere curato, un mero atto formale quale una notifica di un provvedimento giudiziale. Ha dell’incredibile ci si dovrebbe dimettere subito». Il riferimento è al caso del primario Carlo Vicentini, al quale la Di Pasquale ritiene che non servano «avvocati per consentirgli di svolgere il suo ruolo di medico e dare una speranza di guarigione ai malati che aspettano; bastano soltanto un pò di buon senso e meno arroganza. Consentiamo immediatamente al reparto di Urologia – conclude il presidente regionale – di riprendere appieno le attività, ma direi a tutto il sistema sanitario; torniamo a dare serenità e speranza di vita a quei soggetti che aspettano ormai da tempo di essere curati; si tratta di coscienza civica e non di carta bollata». E così sulla vicenda ha preso posizione il segretario provinciale del Pd, Robert Verrocchio, che ha chiesto l’intervento del commissario alla Sanità. "È indegno che uno dei migliori urologi d’Italia sia bloccato da una guerra portata avanti dalla Asl che sa tanto di personale – ha aggiunto Verrocchio – ed è inaccettabile che a rimetterci siano sempre e solo i pazienti. Chiodi, che è la massima autorità istituzionale abruzzese in materia di sanità, ha il dovere di intervenire e mettere fine ad una vicenda che se non fosse drammatica sarebbe assurda. Credo che il compito di Chiodi sia quello di far tornare la nostra sanità sui binari giusti, e non quello di elargire le sue pillole di saggezza su Facebook o di parlare di sanità solo per tagliare nastri o per dire al governo che ha fatto i compiti a casa. Venga piuttosto a Teramo e risponda ai teramani".