TERAMO – «Caro Papa Francesco, i bambini teramani aspettano la Sua visita». E’ questo uno dei passaggi della lettera che il sindaco Maurizio Brucchi ha preparato per invitare il Santo Padre a Teramo. Anche il sindaco si è unito alla delegazione di 10mila teramani (8500 in pullman e circa 2mila con le auto proprie) che oggi, guidati dal vescovo Seccia, hanno partecipato al pellegrinaggio in occasione della Giornata diocesana conclusiva dell’Anno della Fede indetto circa un anno fa da Papa Benedetto XVi. Per Brucchi non è stata la prima volta: già a settembre era stato a San Pietro per la benedizione che il Papa ha impartito alla prima pietra della Chiesa di Colleatterrato. Ci ha riprovato, ricevuto da Papa Francesco in persona, e gli ha consegnato a mano la missiva, in cui ha ricordato anche un altro importante evento, il “compleanno” dell’Araldo Abruzzese, il giornale della Diocesi che festeggia il suo 110° anno di vita. Con lui anche monsignor Michele Seccia il quale, accompagnato da 86 sacedoti della diocesi di Teramo-Atri, ha rivolto il suo personale invito al Santo Padre al santuario teramano di San Gabriele dell’Addolorata. A papa Francesco, che nel suo saluto si è rivolto per prima cosa ai fedeli della diocesi teramana, sono stati presentati anche i sacerdoti tra i 60 e 25 anni di ordinazione che con monsignor Seccia hanno concelebrato la messa: don Felice Di Blasio (60 anni di sacerdozio), don Giovanni Bruni (60 anni) don Antonio D’Andrea (50 anni),don Ezio Mascella (50 anni), e don Giovanni Giorgio (25 anni). Il papa, rivolgendosi ai pellegrini ha inteso sottolineare il valore della condivisione dei beni spirituali, in particolare al carisma della Carità che "aiutà a far crescere e consolidare la chiesa e i rapporti tra gli uomini". I fedeli hanno assistito alle 10.30, all’udienza del Papa in Piazza San Pietro, alle 14 si sono ritrovati davanti all’obelisco per attendere gli uomini della Gendarmeria vaticana che li hanno accompagnati all’interno della Basilica. Alle 15 è stata celebrata la messa di monsignor Michele Seccia dedicata ai pellegrini abruzzesi, animata dai canti della Corale diocesana.
Il vescovo al Papa: «Teramani uniti in un pellegrinaggio d’amore». La lettera di Monsignor Seccia
"Carissimo Papa Francesco, Padre e Fratello in Cristo, la Chiesa particolare di Teramo-Atri ha voluto celebrare oggi un momento particolarmente forte dell’Anno della Fede, con il pellegrinaggio alla tomba dell’Apostolo Pietro: per ascoltare ancora il magistero del Successore di Pietro ed essere confermati nella fede, per innalzare il rendimento di grazie per i doni ricevuti nel corso di questo Anno e per ribadire l’impegno dell’intera Comunità nella Nuova Evangelizzazione. In questa occasione vogliamo assicurare la preghiera di tutta la Diocesi per la Sua Persona e per il Ministero Petrino che Le è stato affidato in un momento delicato per la vita della Chiesa. Sono sempre più numerosi coloro che mi testimoniano gratitudine per il Suo Magistero e gioia nel riprendere una vita di fede alimentata dai sacramenti, come attestano i confessori dei Santuari e i parroci. Insieme a Lei, Padre Santo, benediciamo il Signore! La celebrazione dell’Eucaristia e la Professione di Fede, dopo la sua illuminata Parola, Padre Santo, saranno per tutti noi il momento culminante di quest’Anno della Fede e l’incoraggiamento a proseguire, “Insieme nella barca di Pietro”, il cammino pastorale di formazione cristiana e di promozione umana in ogni realtà ecclesiale e non, come anche nelle periferie esistenziali. La risposta corale dei fedeli accompagnati da 86 presbiteri diocesani e religiosi, provenienti dalle piccole comunità del Gran Sasso – Monti della Laga e dalle popolose parrocchie della costa adriatica, è andata oltre ogni previsione dando così il senso autentico di un “pellegrinaggio” con inevitabili disagi e sacrifici, ma atteso con amore e vissuto con spirito di fede. Nel chiedere la Sua Benedizione per tutta la Diocesi, ci consenta, Padre Santo, di unirci al “Vescovo di Roma che presiede nella carità” con un piccolo segno che vuole esprimere l’attenzione della nostra Comunità “ai poveri per una Chiesa povera”. Con la speranza di poterla un giorno accogliere nella nostra Chiesa particolare, magari nel Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, protettore della gioventù, invochiamo su di Lei, Padre Santo, l’abbondanza dei doni del Paraclito e la materna protezione di Maria Santissima, e “come figli della Chiesa” ci uniamo a Lei in un filiale abbraccio.
Il sindaco Brucchi nella lettera al Santo Padre: «Papa, vieni a benedire i nostri figli»
"Papa Francesco,
il Vescovo della Diocesi di Teramo-Atri, Mons. Michele Seccia, Le formulava l’invito a voler presiedere il solenne rito della dedicazione del nuovo Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, sito nel territorio della provincia di Teramo, indicando come possibile data dell’evento, una coincidente con le festività successive alla Santa Pasqua del 2014.Mosso dall’interpretazione di un sentimento diffuso tra la totalità dei cittadini della città di cui mi onoro di essere Sindaco, mi pregio di estendere la richiesta del nostro stimatissimo Vescovo, formulandoLe l’invito a visitare, nella stessa occasione, la città di Teramo.
La Sua presenza tra noi sarebbe oltremodo favorevole per la coincidenza con le celebrazioni del 110° anniversario della fondazione del settimanale diocesano “L’araldo abruzzese”, periodico ancora in pubblicazione, tra i più antichi d’Italia, punto di riferimento, nei lustri, per la comunità cattolica e la società civile.
La storia e la cultura della città di Teramo sono intrise del sentimento cattolico e uno dei costanti corollari di tale sensibilità, sul fronte dell’impegno della classe dirigente, è l’attenzione verso le categorie sociali più deboli. La Sua presenza, anche in questa ottica, sarebbe testimonianza della bontà di tale indirizzo. In particolare, ritengo che la Sua visita sarebbe oltremodo gioiosa per i nostri figli, per i quali, tradizionalmente e da lungo tempo, riponiamo particolare attenzione, facendo di essi l’orizzonte per le scelte e gli orientamenti che Teramo sa darsi.
Mi pregio ricordare come, nella visita del 1985 alla nostra Diocesi, il Suo venerato predecessore, Beato Giovanni Paolo II, non mancò di recarsi nella nostra città, donandoci una giornata che i teramani e gli abruzzesi ricordano ancora con gioia e gratitudine. Con la profonda speranza che il desiderio che ora qui ho il privilegio di indirizzarLe, possa trovare positivo esito, La ringrazio e chiedo, per la nostra comunità, la Sua paterna benedizione".