TERAMO – Dieci giorni alla scadenza del mandato, dieci giorni per modificare un indirizzo che, giurano in tanti, non è definitivo: non confermare Giustino Varrassi alla guida della Asl di Teramo. Il tam tam dio questi giorni parla di una riunione di maggioranza, tenutasi una settimana fa a Teramo, in cui gli esponenti della maggioranza teramana avrebbero valutato assieme al Governatore Chiodi la posizione del direttore generale, il cui mandato triennale scade il prossimo 30 novembre. La posizione di gran parte degli esponenti del centrodestra è chiara e nota: non proseguire nel rapporto professionale con Varrassi. Contro la riconferma sarebbero schierati la maggioranza degli assessori regionali, con in testa Paolo Gatti. A favore ci sono l’onorevole Paolo Tancredi e il capogruppo regionale dell’ex Pdl, Lanfranco Venturoni. Ma i giochi non sono fatti. Sul tavolo c’è discussione tra i numeri della gestione e quelli delle indagini giudiziarie. Queste ultime sono note: la procura ha indagato più volte il manager sanitario, in maniera diretta – come l’uso dell’auto blu – e per via delle sue funzioni nella gestione dell’azienda – ruolo nella nomina di Robimarga, nell’apertura del centro di procreazione assistita -. Il bilancio, al contrario, parla di grandi numeri: conti positivi dal 2011 a oggi, offerta di prestazioni sul territorio ampliata con l’apertura di tre mini-ospedali, migliori prestazioni tra le Asl regionali negli screening (con il 60% di copertura per il cancro della mammella in un solo anno). I fautori della riconferma spingono su questo aspetto che costituisce la missione del suo mandato e per questo la discussione, lo ritengono in molti, potrebbe ancora essere aperta e dieci giorni potrebbero essere tanti per questo scopo. Ma è anche vero che nella stessa riunione, quegli stessi partecipanti hanno già cominciato a pensare al dopo Varrassi. Con tanto di nomi e cognomi degli eventuali successori. Caduta la possibilità di una ipotesi extraprovinciale per mancanza di requisiti del candidato – che è del Chietino -, i nomi che circola maggiormente è quello di Maurizio Monina, ex primario della radiologia del Mazzini di Teramo. Ma anche in questo caso l’ipotesi sarebbe destinata ad essere abbandonata, perchè lo stesso medico non sarebbe disponibile a un incarico di questo tipo.
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