TERAMO – Animali in difficoltà: sono stati moltissimi gli interventi realizzati dal Wwf di Teramo dalla primavera ad oggi. L’unico rammarico dei volontari dell’associazione ambientalista è quello di non aver potuto salvare il citello teramano, il simpatico roditore che aveva “scelto” come sua dimora una piccola tana vicino a vai Po, ma poi, all’improvviso, è scomparso. «Siamo soddisfatti ed orgogliosi della fiducia che tanti cittadini ripongono in noi – afferma Donatella Policreti del direttivo del Wwf Teramo -. Il nostro unico rammarico è non essere riusciti, con i nostri appelli, a salvare la vita al citello teramano. Avevamo avuto pareri di specialisti che indicavano nella cattura e nel trasferimento l’ unico rimedio corretto per metterlo in sicurezza, purtroppo si è preferito agire diversamente». Sono stati comunque tanti gli animali presi in cura dal Wwf Teramo: tra le specie di uccelli, soprattutto migratori, curate e rimesse in libertà, ci sono l’occhiocotto, il verzellino, il rondone, il balestruccio, il merlo, la tortora, la gallinella d’acqua, la faina, il gabbiano ed il pipistrello. «Dobbiamo ringraziare tanti amici veterinari che, come sempre, hanno prestato la loro opera gratuitamente – aggiunge Policreti – : senza di loro i risultati non sarebbero stati così incoraggianti. La Provincia di Teramo, purtroppo, a differenza di quella di Pescara, non possiede alcun centro recupero. E le situazioni nelle quali ci troviamo ad operare talvolta sono così complicate che diventa impossibile raggiungere il presidio di Pescara. Comunque cerchiamo sempre la collaborazione degli organi competenti, ad iniziare dal Corpo Forestale dello Stato». Con la collaborazione dei volontari dell’Oipa, il Wwf è inoltre intervenuto in tutta la provincia. È stato anche organizzato, insieme all’Università degli Studi di Teramo, un ciclo di lezioni per gli studenti della Facoltà di Veterinaria sulla fauna selvatica in città. nUn’altra attività portata avanti dal WWF è stata quella di fornire assistenza ed informazioni a coloro che intendono proteggere i siti di nidificazione urbana delle specie migratorie. In special modo per quegli edifici interessati da lavori di ristrutturazione. «I nidi – sottolinea Policreti – sono tutelati da leggi internazionali e nazionali, riteniamo che tutte le Amministrazioni comunali dovrebbero dotarsi di ordinanze che, in presenza di nidi, autorizzino eventuali ristrutturazioni negli edifici fuori dal periodo di svezzamento. Sono molte le città che hanno adottato provvedimenti del genere, da Firenze a Roma, da Modena a Città Di Castello, da Verona a Casalecchio di Reno».