L’AQUILA – "Non è pensabile che il sistema delle fondazioni bancarie abruzzesi intervenga per ripianare i debiti di Tercas o comunque per ricapitalizzare, il motivo più importante è la tutela del loro patrimonio". Così il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio della provincia dell’Aquila(Carispaq), Marco Fanfani, a margine di una conferenza stampa, parlando del ruolo delle fondazioni abruzzesi, soci di minoranza di Tercas. Facendo l’esempio dell’ente che presiede, Fanfani ha spiegato: "Abbiamo un patrimonio di 141 milioni di euro che appartiene alla collettività aquilana e va gestito con oculatezza, siamo usciti quasi completamente dal sistema bancario. Altre fondazioni sono rimaste proprietarie di quote di banche e se la banca va in difficoltà rischiano l’azzeramento del patrimonio, si veda l’esempio della fondazione Mps". La Fondazione Carispaq continua a detenere la quota dello 0,6% di Banca popolare dell’Emilia Romagna (Bper), che ha rilevato la storica cassa di risparmio del capoluogo. Sulla trattativa con la Banca popolare di Bari per il rilancio di Tercas, Fanfani ha aggiunto che "collaboriamo con banca Imi, l’advisor che cura la ristrutturazione, per cercare di capire le prospettive, gli sviluppi sono quotidiani. La Popolare di Bari ha mostrato un interesse concreto sottoscrivendo un impegno, siamo osservatori alla finestra ma certamente non estranei al futuro di Tercas". "Sarà importante mantenere questo gruppo nella nostra regione, non solo per i 1.250 dipendenti ma anche per il tessuto di pmi e famiglie che legano il loro destino alla sua sopravvivenza", ha concluso.
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