TERAMO – «Sono molto soddisfatto, ho chiarito tutto»: è questo il commento del presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, subito dopo l’interrogatorio di garanzia durato più di due ore al quale è stato sottoposto dai pm di Pescara, Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio, nell’ambito dell’inchiesta che lo vede indagato nell’inchiesta abruzzese sui rimborsi ai gruppi regionali insieme al presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, e altre 23 persone, tra assessori e consiglieri regionali. Chiodi ha annunciato per domani mattina una conferenza stampa nella quale "dirò tutto il resto".
Arriva in studio a Teramo con Mazzarelli e Tancredi: «Sono molto contento ma non parlo». Il Presidente Chiodi è arrivato verso le 15:30 nel suo studio di piazza Sant’Anna a Teramo, dopo il confronto in procura a Pescara. Era accompagnato dal segretario generale della Regione, Enrico Mazzarelli, e dal socio di studio, il commercialista Carmine Tancredi. Ha cortesemente respinto l’invito a fare dichiarazioni, limitandosi a ripetere «sono molto contento, ho chiarito tutto» e rinviando alla conferenza stampa di domani. Chiodi ha tenuto a precisare solo che ha chiesto «garanzie sulla copertura mediatica per le dichiarazioni che farò, almeno quanto quella data all’inchiesta che mi ha coinvolto».
La sfilata degli altri indagati. Intanto ontinua la sfilata degli indagati al palazzo di Giustizia a Pescara nell’ambito della prima giornata di interrogatori per l’inchiesta sui Rimborsopoli. In attesa che finisca l’interrogatorio dell’assessore al Lavoro e Istruzione, Paolo Gatti, davanti ai Pm, Di Florio e Bellelli, è il turno dell’assessore all’Agricoltura, Mauro Febbo, il quale affronta i giornalisti nell’attesa per spiegare che «ho già detto ai Pm che mi ricandido alla Regione, gliel’ho detto perchè il mio primo reato in teoria sarebbe a Verona, e potrei chiedere la ricusazione. Ma siccome io voglio uscire da Pescara pulito, perchè so che questa indagine nel mio caso è stata asettica, sono state prese le carte in modo acritico, io ne uscirò a posto. Tutti i miei conti quadrano alla lira – prosegue Febbo – solo viaggi istituzionali, a Roma sono andato con la mia macchina, e se avessero acquisito tutta la documentazione non saremmo a questo punto e il castello sarebbe caduto». Quanto ai guai della Giunta e dei suoi colleghi, Febbo, che è assistito dall’avvocato Massimo Cirulli, ha detto che se Chiodi «dimostrerà di essere estraneo e pulito, è giusto che si ricandidi alla Regione. I suoi problemi privati non mi riguardano, e non riguardano la politica».