TERAMO – Avviare al più presto un tavolo ristretto per elaborare un programma di lavoro condiviso e chiedere ai presidenti di Provincia e Camera di Commercio di rinviare di qualche giorno la nomina del nuovo Cda della Gran Sasso Teramano che si terrà giovedì pomeriggio Sono questi i due punti decisi questa mattina durante l’incontro nella sede del consorzio Bim, organizzato dagli operatori turistici dei Prati di Tivo, insieme all’ex presidente della società pubblica, Doriano Di Benedetto, per trovare delle soluzioni sul futuro della seggiocabinovia e della località turistica teramana. All’incontro, hanno partecipato i consiglieri teramani eletti in Regione (Sandro Mariani, Giorgio D’Ignazio, Mauro Di Dalmazio, Luciano Monticelli e Riccardo Mercante), il vicesegretario generale della Camera di Commercio Salvatore Florimbi, il presidente uscente della Gran Sasso Teramano, Marco Bacchion, i rappresentanti di Cgil e Uil, oltre al sindaco di Pietracamela e un rappresentante dell’amministrazione separata. Il tavolo ristretto, si legge in una nota degli operatori, servirà “a trovare le opportune intese su un programma di lavoro attivando così una vera condivisione tra le parti e concordare uno scadenzario di successivi incontri per verificare l’evoluzione della trattativa”. Sul fronte delle nomine in seno al Cda della società, l’opzione di un rinvio di alcuni giorni è invece motivata dalla necessità “di redigere un programma condiviso per offrire al nuovo Cda soluzioni idonee per affrontare questa fase della Gran Sasso Teramano che si preannuncia colma di problemi di difficile soluzione senza un’ampia intesa”. Nei giorni scorsi gli operatori turistici avevano chiesto maggiori certezze sul destino degli impianti di risalita e, quindi, dello sviluppo della stazione sciistica in vista della prossima stagione invernale. Tante le incognite da risolvere: dalla questione del canone da 78mila euro l’anno chiesto alla Gran Sasso Teramano, proprietaria della seggiocabinovia, e l’amministrazione separata di Pietracamela, che detiene invece i terreni; agli 11 milioni fondi Fas mai arrivati (una prima tranche da 5.7 milioni è stata sbloccata dalla Regione a maggio), fino alla alla gestione della cabinovia che, dopo la scadenza dell’attuale concessione fino al 30 settembre, dovrebbe andare in affidamento tramite una gara europea. Non ultimo il problema della manutenzione degli impianti: il Jolly 1 e 2, per bambini, hanno infatti terminato la loro “vita tecnica”, mentre a metà dicembre la seggiocabinovia dovrà essere sottoposta alla revisione obbligatoria quinquennale. In caso contrario, verrà a mancare l’autorizzazione al funzionamento.
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