TERAMO – Aliquote al massimo per Tasi e Imu, nessuna agevolazione per il mondo produttivo e sulla Tari ogni presunto ribasso della tariffa sui rifiuti è solo “uno specchietto per le allodole”. Queste in sintesi le critiche mosse dai gruppi consiliari del Pd e Teramo Cambia sul regolamento della Iuc (la nuova imposta unica comunale che racchiude le tre imposte Tasi, Tari e Imu) passato ieri all’esame della commissione prima di approdare venerdì in consiglio per l’approvazione. La prima “stangata” per famiglie e imprese secondo il consigliere Pd Manola Di Pasquale arriverà dalla nuova tassa sui servizi indivisibili: “La Tasi è stata portata al massimo consentito, il 2.5 per mille, con l’aggiunta dello 0.8 per mille destinato per legge alle detrazioni. In realtà – continua la Di Pasquale – anche adottando il criterio del reddito Isee non si va incontro ai contribuenti. Chi ha un reddito fino a 10mila euro in genere non è proprietario ma locatario di unità immobiliari e nella maggior parte dei casi parliamo di persone che vivono in alloggi popolari, già con esenzioni previste dalla legge”. Di contro, “per tutti gli altri l’aliquota sale comunque al 3.3 per mille senza considerare che in base al regolamento gli inquilini dovranno pagare il massimo consentito, cioè il 30%”. Stesso discorso sul fronte delle imprese, vessate dalla tassa “senza che siano state previste detrazioni per il mondo produttivo. E’ evidente – aggiunge la Di Pasquale – l’assenza di una strategia e di una visione politica per far ripartire la crescita e agevolare il tessuto economico della città”. Dalla Tasi alla Tari, il discorso sostanzialmente non cambia e anzi si fa più ingarbugliato. “Siamo riusciti a esaminare i consuntivi del 2012 e 2013 della Team – dice ancora l’esponente del Partito Democratico – e abbiamo visto che il discostamento dal Pef (il Piano Economico e Finanziario ndr.) presentato dalla Team a preventivo per il 2014 è di 600mila euro. Questo scarto andrà comunque sanato anche se Brucchi si vanta di aver presentare un Pef ribassato per cui la tariffa costerebbe meno”. Solo uno “specchietto per le allodole” secondo i gruppi di centrosinistra che contestano anche il modus operandi del primo cittadino e della sua amministrazione. “L’opposizione è stata tenuta all’oscuro fino all’ultimo su Pef e tariffe” chiude il capogruppo Gianguido D’Alberto prima di tornare sul Pef: “Per la prima volta abbiamo due Piani, uno della Team e uno del Comune, che si contraddicono tra loro e di ben 700mila euro”. I consiglieri di centrosinistra annunciano infine che in Consiglio presenteranno emendamenti per chiedere l’aumento delle detrazioni in favore della fasce più deboli della popolazione e delle imprese. Altro punto fermo, la richiesta alla giunta Brucchi di fare un passo indietro sulla quota del 30% di Tasi per gli inquilini e la riduzione dell’aliquota Imu per i contratti a canone concordato.
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