TERAMO – Il ricordo di chi ha dato la vita per il lavoro, il lavoro come realizzazione di se stessi e protagonismo nella società, il lavoro come strumento di sostentamento delle famiglie, il lavoro purtroppo ancora fonte di tragedie: sono state queste le riflessioni portate a centinaia di persone presenti oggi nello scenario del Santuario della Madonna delle Grazie, riunite per celebrare la giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. All’indomani dell’ennesima tragedia in un campo agricolo, ma ancora a poca distanza da una morte bianca in un cantiere, l’associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro di Teramo ha reso il tributo alle sue vittime, redendo questa giornata non solo un corteo o una santa messa, ma anche momento di riflessione con amministratori e tecnici sui temi della sicurezza, della tutela e dell’assistenza alle vittime del lavoro, della prevenzione degli infortuni. Per questo ha avuto grande significato la consegna, da parte del sindaco di Castellalto e dell’assessore regionale Dino Pepe, ai famigliari di Piero Contrisciani e Pierluigi Fanì, deceduti in altrettanti incidenti in campagna poche settimane fa. Toccante anche la presenza di quattro ‘superstiti’ di Marcinelle, il simbolo del sacrificio per il lavoro, quattro minatori abruzzesi che vissero da vicino il dolore di tante famiglie di conterranei quella mattina dell’8 agosto 1956 nella miniera di carbone di Bois du Cazier: 262 vittime, gran parte delle quali emigranti abruzzesi. Quei caschetti e quelle lampade ad olio, lì sotto all’altare, questa mattina, sono sembrati monito all’indifferenza con cui i governi e le amministrazioni preposte troppo spesso rivolgono al gravissimo problema delle morti bianche e dei luoghi di lavoro poco sicuri. E’ quanto ha sottolineato nel suo intervento il presidente territoriale dell’Anmil Nicola Marcozzi, che è stato sostenuto dai numeri del direttore della sede Inail di Teramo, Antonello Maraldo. Un invito accorato agli amministratori presenti (molti i sindaci presenti in prima fila, per il Comune di Teramo che ospitava la manifestazione non c’era il sindaco Brucchi ma il vice Mirella Marchese), la preghiera dell’invalido e la lettera letta da una studentessa del liceo Scientifico Delfico di Teramo dedicata ai famigliari dei caduti sul lavoro hanno arricchito di contenuti questa bella giornata per il lavoro e il diritto alla vita sui luoghi di lavoro.
Pierluigi Fanì, di Bellante