L’AQUILA – «La sua vita era in montagna e purtroppo in montagna è finita. Ci conosciamo da sempre, è venuta a mancare una persona importante per la montagna abruzzese». Così Agostino Cittadini, presidente del Collegio regionale Guide Alpine della regione Abruzzo, nonché responsabile della base di Elisoccorso 118 dell’Aquila, commenta ancora incredulo, di ritorno dall’obitorio dell’ospedale di Teramo, la morte del suo collega e amico Pino Sabbatini, precipitato assieme a un cliente per 300 metri sul Gran Sasso teramano a seguito di una slavina. Sul profilo Facebook della vittima si susseguono le manifestazioni di cordoglio e incredulità, alcune, tra l’altro, commentando una foto pubblicata pochi minuti prima della tragedia. »Era una guida alpina più che esperta, un tecnico di elisoccorso e stava facendo la salita con un cliente – spiega Cittadini – non si capisce se qualcuno gli abbia fatto cadere addosso questa cornice di neve, sopra c’era sicuramente della gente, forse avranno causato involontariamente il distacco della neve». Cittadini fa presente che "la montagna di per sé è pericolosa, ma i problemi oggettivi una guida alpina li conosce, sicuramente Pino aveva fatto le valutazioni del caso. Stavano organizzati per muoversi in quell’ambiente, con i ramponi e l’attrezzatura – continua – aveva il cliente legato con la corda, in conserva si dice, li ha travolti la valanga e non hanno potuto fare nulla». Il luogo della tragedia, il cosiddetto Canale di Mezzo, è «una salita non impegnativa, una classica che si fa d’inverno. Sarà stata la millesima volta che avrà fatto quell’itinerario, lui che ha fatto spedizioni in tutto il mondo», conclude.
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