TERAMO- Tra gennaio e dicembre 2014, a fronte di 8.788 cessazioni, i Registri delle camere di commercio hanno registrato in Abruzzo la nascita di 9.093 imprese, con un saldo di fine anno pari a 305 unità, che portano a 148.485 il totale dello stock di imprese esistenti alla fine dello scorso anno. E’ quanto emerge dalle elaborazioni effettuate dal Cresa, il Centro regionale di Studi e Ricerche Economico Sociali istituito dalle Camere di Commercio d’Abruzzo. A livello territoriale, a manifestare la maggiore vivacità, con un incremento del tessuto imprenditoriale di 398 unità e conseguente tasso di crescita pari a 1,11 – che la pongono al decimo posto nella graduatoria delle province italiane – è il pescarese. Anche Teramo continua a registrare risultati positivi con un saldo di +259 e un tasso di crescita di 0,71. L’Aquila e Chieti continuano a far rilevare valori negativi sia del saldo (rispettivamente -190 e -162) sia del tasso di crescita (-0,61 e -0,35) che le pongono agli ultimi posti della graduatoria. Per quanto riguarda i settori, l’indagine evidenzia il calo ormai consueto delle imprese del settore agricolo con il peggior saldo negativo tra tutti i settori (-607 pari, variazione percentuale del -2,1%). Nell’ambito del secondario diminuiscono le imprese manifatturiere (-165 pari al -1,1%) e soprattutto quelle delle costruzioni (-549 pari al -2,6%). Nel settore dei servizi si riscontra, in particolare, l’aumento delle imprese del noleggio e agenzie di viaggi (+172 pari al +4,6%), quelle di alloggio e ristorazione (+119 pari al +1,1%), quelle del commercio (+88 pari al +0,2%), quelle dei servizi di informazione e comunicazione (+70 pari al +2,7%). Il numero di imprese artigiane in regione scende a 33.000. Il settore mostra per il quarto anno consecutivo un andamento decrescente di sempre maggiore intensità, con 3.496 unità in meno a partire dalla fine del 2010, 1.080 delle quali perse nel corso del 2014. Nell’anno in esame, a fronte di 1.983 iscrizioni, il numero più basso degli ultimi otto anni, si sono registrate 2.972 cessazioni al lordo di quelle disposte d’ufficio dalle Camere di Commercio, con un saldo negativo di 1.079 imprese. Il tasso di crescita rispetto al 2013 scende di 3,17 punti percentuali. La contrazione più pesante è quella riguardante la provincia di Teramo, che fa registrare un saldo di -402 imprese artigiane, seguita da Chieti (-306), L’Aquila (-231) e Pescara (-140). Il tasso di crescita assume valori negativi superiori al 4% a Teramo (4,55%), intorno al 3% a Chieti (-3,18%) e all’Aquila (-3,01%), e inferiore al 2% a Pescara (- 1,76%). In forte difficoltà si confermano le costruzioni; male anche il manifatturiero, il trasporto e magazzinaggio, i servizi di alloggio e ristorazione. "La crisi – afferma il direttore del Cresa, Francesco Prosperococco – sembra alleggerirsi, considerando che il tasso di crescita è tornato su valori positivi dopo il 2013, unico anno in cui si era manifestata una preoccupante inversione di tendenza con risultati negativi. Nonostante ciò si rilevano i risultati preoccupanti dell’agricoltura, attività manifatturiere e costruzioni che registrano saldi sensibilmente negativi. Al contrario l’artigianato continua a mostrare segnali di grossa sofferenza con più di un migliaio di imprese perse nel corso dell’anno".
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