Acqua del Ruzzo, probabile il ritocco delle tariffe

TERAMO – Dal piano industriale del Ruzzo, presentato dal presidente Antonio Forlini, potrebbe compattarsi il fronte dei sindaci, decisi a riprendere in mano la gestione dell’ambito territoriale ottimale (Ato), da troopo tempo commissariato. Ma nella sua complessità il piano proposto va valutato in profondità e con attenzione, soprattutto nell’aspetto che riguarda le tariffe: sono tra le più basse d’Italia quelle applicate dal Ruzzo, dice Forlini, ed è necessario un ritorno al passato cioè a un ritocco di almeno il 10 per centro. L’aumento potrebbe dare modo all’ingessato bilancio dell’Acquedotto (anche per via del debito di circa 100 milioni) di ripartire con gli investimenti e coprire i coti di gestione. I sindaci dei due centri più importanti, Teramo e Giulianova, Brucchi e Mastromauro, si sono detti favorevoli a un ritocco della tariffa, a patto che questo vada effettivamente a produrre un effetto benefico sui servizi al cittadino. «Si tratta di un piano molto complesso – commenta Forlini – che affronta a 360 gradi le problematiche del Ruzzo. Ovviamente si fanno delle ipotesi sull’andamento gestionale dei prossimi anni, ma quando si parla di aumenti si deve però premettere che tra il 2013 e il 2014 la tariffa nell’Ato teramano numero 5 è scesa dell’8,5%. Quindi, in realtà, quando si fa un’ipotesi di aumento si parla di tornare alla tariffa del 2013». Ma nel piano, di cui Ruzzo e sindaci torneranno a discutere nei prossimi giorni, non si parla solo di tariffe. «Si è parlato anche di investimenti – ha aggiunto Forlini – che sono quasi una variabile predefinita, essendo definiti dall’Ato. Io ho apportato solo alcuni ritocchi su temi importanti come la sicurezza sul lavoro e le tecnologie informatiche e gli investimenti saranno prevalentemente concentrati per i prossimi 3-4 anni sull’utilizzo dei Fondi Fas ed in particolare su fognature e depurazione e sul collegamento del potabilizzatore di Montorio alla costa». Discorso a parte per la manutenzione delle reti, sulle quali durante l’emergenza maltempo si sono registrate circa 130 rotture. «La manutenzione, se parliamo soprattutto delle adduttrici principali e quindi delle condotte, riguarda soprattutto il monitoraggio delle infrastrutture per evitare che ci siano problemi tendenti a creare rotture – conclude Forlini – Attività che si scontra, purtroppo, con gli eventi meteorologici e con un terreno che tende franare». Adesso pausa di riflessione: i sindaci torneranno a parlarne dopo Pasqua, il 7 aprile, e il programma prevede l’eventuale approvazione del piano nella riunione del 18 aprile.