TERAMO – Era chiaro che la maggioranza, negando l’approvazione alla mozione di Pd e Teramo cambia che voleva nella carta d’identità la dichiarazione per l’eventuale donazione di organi, suscitasse un vespaio. E così è stato anche perché le spiegazioni rese dall’assessore al ramo, il vicesindaco Mirella Marchese, non hanno fatto altro che irritare gli animi. In sostanza, come riportato già negli scorsi giorni, l’assessore ha detto che l’iter era già stato avviato nella passata consiliatura ma che si era ritenuto di aspettare per riflettere sull’opportunità di scelta per anziani e minori. E qui esplode con un comunicato, l’associazione di tutela dei consumatori, Robin Hood che dice che “I Comuni devono interconnetersi con il Sistema Informativo Trapianti” e che “Questa nuova opportunità di espressione della dichiarazione di volontà offerta ai cittadini è possibile grazie agli interventi normativi di cui all’art. 3, comma 8-bis della Legge 26 febbraio 2010 n. 25 e al successivo art. 43 del Decreto-Legge 21 giugno 2013 n. 69, così come modificato dalla Legge di Conversione 9 agosto 2013 n. 98. Che supera l’inadeguata legge del silenzio assenso introdotto dagli artt. 4 e 5 della Legge 91/99 che non ha mai trovato attuazione”. Nelle linee-guida sono riassunte le procedure per attivare il servizio di registrazione della dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità. E attacca Robin Hood: ”L’Assessore al ramo del Comune di Teramo Dott.ssa Mirella Marchese, a sorpresa ha tolto la libertà di decisione riservata dalla costituzione a maggiorenni ed anziani, sino a provvedimenti diversi della Magistratura, avocando a se’ la opportunità della libera scelta. In buona sostanza ha dichiarato che per i giovani e gli anziani vanno poste tutele nella scelta, affermando di fatto che non sono in grado di farlo, e decidendo per loro e anche per tutti gli altri che non sono in quelle condizioni. La situazioni tragicomica ha trovato il suo apice nella dimostrazione che esiste un sistema informatico già messo a punto e per il quale la collettività ha pagato. Sono trascorsi due anni, per la valutazione del nulla. Caro Assessore, per i bisognosi del trapianto anche un minuto può determinare l’esitenza in vita o meno. Le sue giustificazioni sono come neve al sole”.
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