TERAMO – E’ cambiata la strategia difensiva del presidente del Teramo, Luciano Campitelli, dinanzi agli inquirenti catanzaresi che indagano sulla presunta combine sulla gara Savona-Teramo. L’audizione del patron biancorosso è durata appena un quarto d’ora, giusto il tempo delle formalità di rito e della canonica frase "mi avvalgo della facoltà di non rispondere", rivolta a chi aveva di fronte – e ancora una volta come già accaduto per il diesse Marcello Di Giuseppe, non il pubblico ministero titolare dell’indagine ma ufficiali di polizia giudiziaria della squadra mobile di Catanzaro -. Campitelli, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Renato Borzoni, è uscito velocemente da un’uscita secondaria senza rispondere alle domande dei giornalisti. L’interrogatorio di Campitelli era iniziato a mezzogiorno. Il numero uno del Teramo è stato ascoltato in Questura dal vicecapo della mobile, Angelo Paduano, lo stesso che nei giorni scorsi aveva sentito l’altro tesserato del Teramo, Marcello Di Giuseppe, l’ex centrocampista biancorosso Davide Matteini e il consulente di mercato del Savona, Marco Barghigiani. Quest’ultimo ha risposto per oltre due ore e mezza alle domande degli inquirenti, mentre Matteini e Di Giuseppe si sono avvalso della facoltà di non rispondere
Apparizione fugace: «Il giudice competente non è a Catanzaro». C’è una logica processuale nella decisione di Campitelli di non rispondere a Catanzaro ed è quella che anche la difesa di Di Giuseppe, rappresentata dall’avvocato Libera D’Amelio aveva già rappresentato: il giudice naturale non è quello di Catanzaro. La competenza territoriale dell’indagine è semmai a Savona, se lì davvero si è consumata l’"alterazione" del risultato della partita. Pertanto è presumibile che l’avvocato Renato Borzone avanzi formale eccezione di competenza territoriale.
«Mai stato a Savona nelle date indicate ma soprattutto non ci sono mie intercettazioni». Una cosa però nella fugace apparizione catanzarese Campitelli ha tenuto a precisarla. La sintesi è più o meno questa: è estraneo alla presunta combine, non è mai stato a Savona nelle date indicate e soprattutto non esiste alcuna intercettazione telefonica che lo riguardi.
La nota integrale della difesa di Campitelli. Appena diffusa dalla Calabria la notizia della decisione di non parlare di Campitelli, sul sito ufficiale della società è stata pubblicata una nota del legale Renato Borzoni, che pubblichiamo integralmente:
"La difesa del presidente del Teramo Calcio Luciano Campitelli, in esito all’interrogatorio tenutosi in data odierna, per evitare erronee interpretazioni o equivoci in ordine all’atto istruttorio, precisa che:
1) Il Presidente Campitelli, giunto a Catanzaro per rispondere all’interrogatorio, ha compreso, nella fase iniziale dello stesso, che i fatti ipotizzati nei suoi confronti, peraltro del tutto infondatamente, non sono riferibili a condotte realizzate nella giurisdizione di competenza della autorità giudiziaria di Catanzaro;
2) Di fronte alla formalizzazione di tale situazione processuale, la difesa ha chiarito immediatamente che l’indagato potrà rispondere e risponderà, in ossequio alle norme processuali, all’autorità giudiziaria competente, poichè il rispetto del giudice naturale precostituito per legge è un principio costituzionale posto a garanzia della legalità del procedimento ed è uno dei cardini dello stato di diritto;
3) Pertanto la difesa sta attivando, nelle forme di legge, gli istituti di garanzia previsti dal codice di procedura penale affinchè sia determinata la competenza territoriale adeguata ai fatti come ipotizzati dagli inquirenti
4) In tale situazione, suo malgrado, il Presidente Campitelli ha potuto soltanto rendere una dichiarazione di riserva a rispondere solo davanti al proprio giudice naturale, ribadendo, però, in tale dichiarazione: la propria assoluta estraneità ai fatti; la impossibilità dell’esistenza di conversazioni telefoniche che lo riguardino e che possano confermare l’ipotesi di accusa nei suoi confronti; la singolarità del riferimento ad incontri avvenuti in date in cui non era presente a Savona ma si trovava dimostrabilmente a Teramo; la convinzione di aver sempre posto in essere condotte trasparenti e leali, lecite sia dal punto di vista sportivo che da quello penale;
5) In attesa delle decisioni degli organi processuali sulla determinazione della competenza territoriale la difesa rappresenta che, pur comprendendo l’ansia e le aspettative della stampa e della pubblica opinione per la vicenda, e pur ribadendo l’assoluta innocenza del Presidente Campitelli, non sembra opportuno istituire processi mediatici paralleli alle competenti sedi giudiziarie, nel rispetto, dunque, sia delle prerogative degli organi inquisitori che della difesa".