«I teramani continuano a pagare per gli errori del Comune, anche vecchi di 9 anni»

TERAMO – L’argomento, i "derivati", è di quelli destinati, a Teramo, a tornare ciclicamente, almeno fino a che i problemi conseguenti alle scelte del Comune in tema finanziario non verranno risolti (ammesso che sia possibile). Questa volta l’intervento e la riflessione è di Gianguido D’Alberto, capogruppo del PD in Consiglio comunale.

"Puntuale ormai come un’impietosa ulteriore tassa per i cittadini teramani giunge il conto annuale,salatissimo, relativo ai contratti derivati sottoscritti dal Comune, nel Giugno 2006, con due istituti di credito e che obbligheranno il nostro Ente fino al 31 dicembre 2025.  Anche quest’anno dai dati sul bilancio si evince che i derivati gravano sulle casse comunali e quindi sui cittadini, per un importo negativo di circa 390.000 euro, sostanzialmente in linea con quello che abbiamo pagato negli anni precedenti e che purtroppo,secondo le proiezioni, saremo costretti a pagare costantemente.  In sostanza, si conferma una situazione preoccupante in cui annualmente paghiamo somme significative che incidono pesantemente sulle spese correnti e derivanti da contratti ai quali siamo inchiodati, essendo di fatto impossibile liberarsi anticipatamente in modo indolore per le casse comunali. Infatti, i derivati stipulati dal Comune di Teramo consentono in linea teorica l’estinzione anticipata del contratto ma essa è particolarmente onerosa ed è impensabile allo stato attuale per le critiche situazioni finanziarie. Infatti, come risulta dalla relazione dei revisori, il mark to market, ovvero il costo che dovremmo sostenere se decidessimo di liberarci unilateralmente dal contratto, al 29 maggio 2015 era fissato in oltre 2 milioni e centomila euro!  Il protrarsi di tale situazione negativa e la lettura impietosa dei dati ci porta a confermare le considerazioni già svolte negli anni scorsi secondo cui, fermi restando gli aspetti tecnici, la scelta del 2006 si è rivelata una scelta politica dannosa e che, come abbiamo più volte segnalato, presenta anche forti dubbi sul piano della legittimità come si evince dalle opportunità che agli enti locali fornisce la recente giurisprudenza amministrativa rispetto alla quale tante domande che abbiamo posto in questi anni in consiglio comunale sono rimaste inascoltate e senza risposta. E allora, in particolare, torniamo a chiedere quale sia la ragione che abbia indotto l’Amministrazione ad autorizzare la stipula dei contratti derivati del nostro Comune  con un atto di Giunta, la delibera n. 345 del 22 giugno 2006, anziché dal Consiglio comunale, in palese violazione dell’articolo 42, comma 1, lett. i) del Testo Unico degli Enti locali che attribuisce in via esclusiva al consiglio la competenza per l’autorizzazione alla sottoscrizione di mutui o di contratti che comportino delle spese che impegnano i bilanci per gli esercizi successivi! E il tema, sotto questo aspetto, è soprattutto politico, non solo giuridico: come è possibile che una maggioranza, una Giunta, adotti delle scelte finanziarie così rilevanti e pesanti che scaricano inesorabilmente i loro effetti negativi sulle generazioni successive di cittadini? Nonostante l’assordante silenzio, continua a persistere poi la questione del perché le banche contraenti non siano state individuate e scelte attraverso una gara pubblica o comunque mediante forme che garantissero il rispetto dei principi comunitari di parità di trattamento, non discriminazione, pubblicità e trasparenza? Per quale ragione non si è agito in modo conforme ai canoni di sana gestione finanziaria che avrebbero consentito all’Ente di poter trarre benefici in termini di migliori condizioni economiche e contrattuali che di norma scaturiscono da una aperta competizione tra gli operatori? Recentemente le istanze degli enti locali rispetto alle banche hanno trovato riconoscimento anche nelle sedi giurisdizionali internazionali come dimostra la vicenda del Comune di Prato che è riuscito finalmente ad ottenere l’annullamento di contratti derivati stipulati diversi anni fa in quanto non contenenti disposizioni di garanzia previste dalla legge in favore dell’ente locale contraente. In ragione del nuovo quadro normativo e giurisprudenziale, delle forti criticità della situazione economico-finanziaria comunale e richiamando le numerose sollecitazioni che abbiamo effettuato in Consiglio negli ultimi anni, torniamo a ribadire la necessità che la Giunta rompa il silenzio e chiarisca se e come intende intervenire sul punto, anche in considerazione del fatto che la valutazione commissionata ad una società esterna specializzata nel settore aveva fatto emergere preoccupanti criticità in termini di previsione di ulteriori differenziali negativi a carico del Comune di Teramo fino alla scadenza e che stanno trovando una reale conferma dei dati sopra citati. Questa situazione di silenzio è inaccettabile soprattutto nei confronti di una comunità teramana che continua a pagare le inefficienze, gli errori di questa amministrazione e che vede ridursi in modo inaccettabile la quantità e la qualità dei servizi a dispetto di una pressione tributaria sempre più alta che non riesce a coprire spese ormai fuori controllo per l’incapacità di chi ci amministra".