Due jet rompono il muro del suono ma nessuno lo dice e i soccorsi cercano un aereo precipitato che non c'è

TERAMO – Tre elicotteri, un’ambulanza, un’auto medica, oltre 50 persone, decine di mezzi: tutti impegnati in auna frenetica corsa contro il tempo per cercare qualcosa che… non c’era. Ma siccome in Italia come si suol dire, la destra non sa fa cosa fa la sinistra, può anche accadere che sui Gran Sasso si scateni un apparato di ricerca perchè si crede che uno o due aerei siano precipitati, mentre c’è qualcuno che sa che alla base di tutto c’è un falso allarme. Per capirsi tra di loro, la destra e la sinistra hanno impiegato più di quattro ore. Pietracamela, ore 9:45. Il boato avvertito fino a Teramo e all’Aquila ha incuriosito i più, ma fatto allarmare tanti che da queste parti del versante sul Gran Sasso hanno anche fotografato una particolare nube nera con una striscia dello stesso colore. Subito si è pensato a una tragedia dei cieli e dopo un drammatico susseguirsi di telefonate e tentativi di verifica, si alzano in volo l’elicottero del 118 e quello dei vigili del fuoco per una perlustrazione della zona tra Pietracamela e Cerqueto dove si suppone possa essere precipitato uno o addirittura due velivoli. Nel piazzale della ex Ferrocemento, a Pietracamela, convergono i carabinieri, il gruppo Saf dei vigili del fuoco, volontari della protezione civile della Croce Rossa, uomini del Corpo nazionale di soccorso alpino, personale del 118. Tutti in attesa di conferme, tutti drammaticamente preoccupati per le condizioni meteo, per l’imprervietà della zona, per il rischio di non fare in tempo a soccorrere e salvare eventuali superstiti. Diverse le ipotesi, mentre sia aeronautica civile che militare smentivano l’esistenza di voli autorizzati in quella zona, tra cui anche quella che l’incidente aveva coinvolto un elicottero impegnato in lavori per conto di Terna, che però smentisce subito: l’elicottero è in volo verso Macerata. Un mistero dunque. Come non bastasse l’impegno dei soccorsi fino a quel momento, alle ricerche si è aggiunto un terzo elicottero, quelo della Guardia di Finanza. Tutto questo è andato avanti fino alle 13.30 quando qualcosa attraverso la cortina di ferro militare, comincia a farsi strada la possibilità che su quei cieli abbiano volato, prima delle 10, due Eurofighters a velocità supersonica, superando quella del suono (oltre 1.100 chilometri orari) provocando il classico boato, detto anche boom sonico, che i testimoni avrebbero udito pensando a un crash aereo. E’ stato questo? Sì, alle 13.30 le torri di controllo di Pescara, Brindisi e Roma confermano: c’è stata attività supersonica in zona Gran Sasso. Con colpevole ritardo, dopo aver mosso un apparato di ricerca costoso, molto costoso. Nessun aereo o elicottero finito giù, solo il botto tremendo provocato dalla velocità di due jet supersonici.