TERAMO – Nuova bufera sulla scuola dell’Infanzia ‘Fornaci-Cona’ a Teramo. Dopo le polemiche riguardanti l’accorpamento del plesso all’istituto comprensivo di Villa Vomano, i genitori dei piccoli allievi della Cona tornano ad alzare la voce contro la decisione del dirigente Lia Valeri di limitare il servizio scolastico nella giornata del sabato a molti dei bambini frequentanti l’istituto ‘Zippilli-Noè Lucidi’. Ad anno scolastico iniziato, le famiglie interessate si sono infatti viste recapitare a casa una comunicazione con la quale si rendeva noto che la frequenza del sabato nelle scuole dell’infanzia dell’istituto in questione veniva riservata ai soli bambini i cui genitori fossero entrambi impegnati nelle attività lavorative. La decisione ha scatenato le ire di numerose famiglie facenti capo al plesso ‘Fornaci’, che hanno dato il via a una raccolta firme perché il servizio continuasse a essere garantito almeno per l’anno scolastico in corso. “A nostro avviso – fanno sapere in merito – si tratta di una scelta alquanto discutibile, perché una decisione di questa portata non può essere presa ad anno scolastico iniziato, annullando in questo modo la possibilità per i genitori e le famiglie di compiere per alcune esigenze scelte diverse di solito pianificate in sede di iscrizione, come il dirigersi verso istituti privati o altri istituti comprensivi”. Le famiglie lamentano, insomma, una tempistica che sembra non prendere affatto in considerazione una serie di caratteristiche che molto influiscono nella scelta di una scuola per i propri figli, dettata anche da esigenze di tipo organizzativo. “Riteniamo inaccettabile – continuano i genitori de ‘Le Fornaci’ – che a metà anno scolastico venga imposto un tale taglio unilaterale, creando disagio per un cambiamento non previsto ora che le famiglie si sono già ampiamente organizzate”. Dal canto suo, la dirigente non sembra intenzionata a mutare la sua posizione. «Nonostante le missive e la raccolta firme in questione, nulla infatti sembra essere cambiato e molti dei piccoli che prima si recavano il sabato mattina nelle scuole dell’infanzia dell’istituto comprensivo sono ora destinati a organizzarsi diversamente. Riteniamo doveroso rendere pubblico quanto è accaduto – concludono i genitori – perché la nostra voce continua ad essere inascoltata. Non capiamo perché le famiglie siano spesso relegate a un ruolo marginale. La frequenza del sabato è un nostro diritto, un servizio offerto alle famiglie da sempre”.
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