Garante detenuti, cresce la 'spinta' alla nomina della Bernardini. Ma M5S è contrario

TERAMO – «L’ho detto a tutti i capigruppo che sono intervenuti e che ringrazio: non mi limiterò alla relazione annuale, ma li terrò molto informati, perché il carcere fa parte della città, della Regione, e i consiglieri devono sapere cos’accade nelle carceri; i loro interventi sono fondamentali». Così l’onorevole Rita Bernardini a margine dell’audizione convocata dalla Conferenza dei Capigruppo presso la Regione in relazione alla nomina del Garante dei detenuti abruzzesi: «Le carceri in Abruzzo sono come in tutta Italia: ci sono direttori bravi e personale preparato, ma si tratta comunque di istituzioni criminogene e chi fa il suo percorso in carcere non esce migliore – ha proseguito Rita Bernardini -. Quindi c’è molto da lavorare, anche con gli Uffici di Esecuzione penale esterna e con gli Uffici di sorveglianza, per il reinserimento sociale di queste persone; ma deve collaborare tutta la collettività, dalle istituzioni ai cittadini volontari, perché molta strada dev’essere fatta». Intanto l’avvocato Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi, continua a portare avanti la campagna “Rita Bernardini Garante dei detenuti subito, assieme a Riccardo Chiavaroli, promotore della legge che istituisce in Abruzzo la figura del Garante dei detenuti: entrambi auspicano che venga eletta entro Pasqua. Analogo augurio arriva alla leader radicale dal vicepresidente del Consiglio, Lucrezio Paolini: «Non possiamo più aspettare – dice Paolini – dobbiamo finalmente procedere alla nomina di Rita Bernardini, che oggi ci ha dato dimostrazione della sua grande dedizione ai problemi del mondo carcerario, per fare in modo che ci si possa adeguare alle normative europee».

Il no del Movimento 5 Stelle«Abbiamo ascoltato in audizione Rita Bernardini, ma un processo democratico di scelta richiede che vengano sentiti anche gli altri candidati – commentano Gianluca Ranieri e il capogruppo Pietro Smargiassi del Movimento 5 Stelle -». «Per quanto riguarda la Bernardini – aggiungono Smargiassi e Ranieri – la nostra posizione resta la stessa e prescinde da qualsiasi giudizio di valore sulla persona che è fuori discussione. Anche se le battaglie portate avanti dal segretario dei radicali sono condivisibili, Rita Bernardini resta ineleggibile come Garante dei detenuti. Le sentenze, anche se relative ad atti di disobbedienza civile finalizzati ad affermare valori di principio condivisibili, sono un fattore determinante da cui non si può prescindere. Non possono ammettersi deroghe al rispetto di una legge vigente».