TERAMO – Sono fulminee le prese di posizioni dei vari rappresentanti politici alla notizia delle dimissioni di Giorgio Di Giovangiacomo dall’assessorato ai Lavori pubblici. Il primo a prendere posizione è il capogruppo regionale del Pd, Sandro Mariani che parla di "fine di fatto" dell’amministrazione Brucchi. «il sindaco di Teramo perde pezzi ogni giorno – continua Mariani – la sua maggioranza prende le distanze alla spicciolata ed oggi con le dimissioni di Di Giovangiacomo, cui seguirebbe anche Puglia, forse anche Campana, non sarà possibile definirla più come tale. Siamo arrivati alla resa dei conti, dopo mesi e mesi di malgoverno per la città di Teramo, finalmente anche i numeri sanciscono la fine di questa amministrazione». «Uno stallo vergognoso per la città capoluogo – incalza il Capogruppo PD – sintomo chiaro e limpido di una compagine da sempre allo sbando ed ora assolutamente inadeguata per continuare ad amministrare. Con quali numeri e con quali responsabilità politiche pensa di approvare il bilancio Brucchi? Dov’è la dignità di rimettere il mandato nelle mani dei cittadini? Domande retoriche che difficilmente troveranno risposta da parte di chi fino a pochi giorni fa millantava di rimanere in sella fino al 2019. Si rendano conto – conclude Mariani – coloro che ancora insistono nella compagine di Brucchi, che è il momento di seguire l’esempio di deontologia politica messo in atto da altri consiglieri e staccare il respiratore nei confronti di questo vero e proprio accanimento perpetrato contro la città di Teramo».
Sulla stessa lunghezza d’onda Fabio Berardini del Movimento 5 Stelle: «Uno degli Assessori più importanti, l’Assessore alle opere pubbliche, evidentemente dopo i numerosi disastri cagionati dal suo assessorato alla Città di Teramo, compie l’unica scelta logica: le dimissioni. Le belle parole del Sindaco sui numerosi cantieri aperti si stanno rivelando una grande bufala – afferma l’esponente dei grillini -. I commercianti sono esasperati dai lavori del Corso e tutti i teramani sono stanchi di vedere i loro soldi buttati in opere pubbliche che, nella migliore delle ipotesi, vengono a costare il triplo della normalità e sono terminate dopo anni. Come si fa a dire che va tutto bene quando l’Assessore ai lavori pubblici si dimette? Come si fa a continuare a mentire alla cittadinanza? Cosa ne sarà ora del Piano Urbano del Traffico tanto annunciato?». C’è anche qualcosa di politico nella critica di Berardini: «Siamo stufi di vedere questo desolante teatrino politico fatto di dimissioni, annunci, falsità, ipocrisie e rimpasti – dice -. Fuori dal Consiglio comunale, infatti, le persone stanno perdendo il lavoro, la casa e la dignità per colpa di quattro politicanti che si divertono a prendere in giro la nostra Teramo. È ora di dire basta. È ora di sfiduciare il Sindaco Brucchi con una mozione».
«I cittadini teramani sono stufi di questo gioco di poltrone – afferma invece la consigliera di Teramo 3.0, Maria Cristina Marroni – mentre il Comune è ingessato negli uffici e nella politica. Non si capisce – aggiunge – quale sia lo scopo di tutti questimovimenti e intanto a pagare l’immobilismo sono i cittadini». Gianluca Pomante di Finalmente Pomante, ricorda di essere stato preveggente di questa situazione, «che questa amministrazione avrebbe avuto vita breve». Pomante sottolinea che si assiste «ad assessori ed ex assessori che smentiscono se stessi e cercano di ricliclarsi nel movimento civico, Di Giovangiacomo oggi come Dodo Di Sabatino Martina ieri» e chiude con un consiglio al sindaco: «Non gli resta che cercare un assessore nel Pd o nel Movimento 5 Stelle».
Maurizio Angelotti (Pd) invoca le dimissioni del sindaco, con la presa d’atto che la maggioranza non c’è più. «Si assottiglia ancora, dunque, la compagine a sostegno di un progetto politico ormai chiaramente fallimentare e che si avvicina al giusto epilogo – dice il dirigente del Pd locale -. La stagnazione nel governo della città, sancita con le parole ed in questo caso anche con i fatti, da tutte le forze politiche della maggioranza, si trasferisce all’interno dell’aula consiliare con soli 16 consiglieri su 32 che sostengono ancora il sindaco. Non crediamo restino altre opzioni, nello stallo che si genererà in consiglio, di tornare tutti alle urne ed il sindaco, ormai anatra zoppa, deve riflettere e fare un passo indietro nel bene della città di Teramo».