La 'ex' Di Pasquale suggerisce le dimissioni di Brucchi

TERAMO – Si firma dirigente regionale del Partito democratico, Manola Di Pasquale, per vergare un intervento con cui ‘suggerire’ le dimissioni al sindaco Maurizio Brucchi. Uscita dal Consiglio proprio… nel momento più ‘bello’ per un coordinatore delle opposizioni di centrosinistra, ovvero alle dimissioni di un assessore ‘pesante’ della giunta Brucchi (Giorgio Di Giovangiacomo, delegato ai Lavori pubblici, ndr), la Di Pasquale interviene nel dibattito politico incandescente per definire la coalizione di centrodestra "istericamente avvitata su baruffe personali prive di una qualsiasi visione…". Per la Di Pasquale «nessun rimpastino e nessuna stampella trasformeranno il fango in acqua da bere. Un teatrino a beneficio, unicamente, del riposizionamento delle carriere personali (candidature locali, regionali e nazionali) mentre la città è orfana di una guida, di una visione, di un progetto». Almeno però Brucchi «ci ha messo la faccia lavorando – secondo l’ex consigliere comunale -: non condivido nulla del suo operato e provo un moto di solidarietà per lui. Suggerisco le dimissioni immediate: unica alternativa possibile ad un’agonia che ha l’unico scopo di consentire ai capi bastone (sarà un refuso per ‘bastione’… ndr) del centro destra – e a tutti quelli che cinicamente ondeggiano in attesa di capire su quale carro salire – di rifarsi una verginità politica alle sue spalle». L’occasione offerta dalla politica teramana in questo momento è irripetibile, secondo l’espoente del Pd: «Lasciamo a Brucchi e al centro destra lo spazio dei conflitti senza costrutto, spegniamo i riflettori sulle liti di condominio e accendiamoli sulle nostre idee e sui nostri progetti per far tornare bella Teramo». La Di Pasquale si appella al ‘suo’ 49,6% del ballottaggio del giugno 2014 – cioè quelli che la volevano sindaco e dunque quantomeno in consiglio comunale, forse non fuori come oggi – quale «valore dal quale ripartire: cè una voglia di partecipazione e confronto – scrive Manola – che dobbiamo cogliere ed animare perchè sarà molto utile ascoltare. Loro si dividono, noi dobbiamo unirci; loro sacrificano la stabilità amministrativa ai meri calcoli personali, noi dobbiamo rimettere sul tavolo tutte le passioni e gli ideali che ci hanno animato; loro hanno talmente abbassato il livello del confronto politico – aggiunge – che ci siamo abituati a pensare che amministrare significhi costruire un marciapiedi o una rotonda; noi dobbiamo spostare l’assicella sui problemi veri delle persone: lavoro, servizi, vivibilità ambientale, inclusione sociale e innovazione. Loro cercano un’alternativa contro Brucchi o chi per lui per continuare a fare esattamente le stesse cose; noi cerchiamo un’alternativa a QUEL modello di amministrazione».