TERAMO –
>ANSA-BOX/ Sisma: catena su Fb, cinquanta case per gli sfollati
Benedetta, avvocato, pronti anche ad andarli a prendere
(dell’inviato Luca Laviola)
(ANSA) – ROMA, 28 AUG – Cinquanta case e stanze a
disposizione degli sfollati del terremoto, trovate con una
catena partita da un post su Facebook. C’è anche questa
espressione di solidarietà di fronte al sisma che in Italia
Centrale ha fatto quasi 300 morti e migliaia di senzacasa. Tutto
è scaturito da un’avvocatessa romana di 38 anni, Benedetta Piola
Caselli, "nel volontariato da quando avevo 16 anni".
"E’ stata una reazione spontanea vedendo la gente che aveva
perso tutto – dice -. Ho scritto un post chiedendo disponibilità
ad ospitare gli sfollati, specie anziani e disabili, per farli
stare il meno possibile in tenda prima che le istituzioni li
sistemino meglio". In poche ore all’appello hanno risposto amici
e conoscenti – alcuni a loro volta impegnati nel volontariato –
e il passaparola ha prodotto una cinquantina di offerte di
alloggio. "Arrivata a una trentina ho contattato la prefettura
di Rieti e i Comuni e ho dato la nostra disponibilità – racconta
Piola Caselli -. Hanno risposto che sono travolti dalle cose da
fare, ma che ci faranno sapere". L’avvocatessa intanto era
partita per le zone terremotate e nei campi oltre a lavorare
come volontaria ha informato i responsabili dell’iniziativa. I
primi ospiti potrebbero partire nei prossimi giorni. E i
generosi benefattori si impegnano anche ad andarli a prendere.
A offrire case o stanze da Roma a Lecce a Mantova sono anche
coppie che non navigano nell’oro o pensionati felici di poter
aiutare chi ha perso la casa e non sa quando ne avrà un’altra,
anche provvisoria. "Degli amici ricchi non si è fatto avanti
nessuno", nota l’avvocatessa, figlia di un responsabile degli
scout dell’Agesci che fu impegnato nei terremoti in Friuli e in
Irpinia. Piola Caselli è conquistata dall’efficienza delle
tendopoli della Protezione civile, racconta su Fb di aver
dormito in macchina e si preoccupa per quando farà freddo
davvero per i terremotati. "Per questo vorremmo portarne il più
possibile provvisoriamente nelle case che abbiamo trovato",
dice. Non per sostituire lo Stato, ma per dimostrare che la
solidarietà può spingersi ancora più in là di quanto si pensi.
(ANSA).