TERAMO – Dopo un lungo periodo di silenzio, c’è qualcuno che riaccende i riflettori su un argomento delicato, in passato al centro di polemiche, ma stranamente passato nel dimenticatoio: la sperimentazione della sosta riservata nel quartiere San Giorgio. A riaccendere la fiammella della discussione, è il consigliere comunale Ilaria De Sanctis del Partito democratico. Un intervento, il suo, che punta il dito sull’assoluta indifferenza, colpevole e complice del problema. del Comune nel fare controlli su chi effettivamente sosta in zone riservate.
«L’ordinanza di Brucchi prevede che solo “i residenti, i dimoranti, i proprietari e/o commercianti, i professionisti aventi residenza/dimora/proprietà e o sede dell’attività” potevano parcheggiare nel quartiere San Giorgio e solo se muniti di apposita autorizzazione rilasciata dal comune. Senza lo speciale contrassegno (quello di colore verde con il marchio SG, ndr) esposto all’interno del perimetro del quartiere – scrive il consigliere comunale De Sanctis -, non sarebbe più possibile parcheggiare… e si prevedono sanzioni amministrative pecuniarie per l’utilizzo improprio, per la mancata esposizione o l’uso di fotocopie dei contrassegni». E’ vero, senza autorizzazione e senza speciale contrassegno esposto, non si può parcheggiare: «La realtà – dice il consigliere dem – invece, è un’altra: chiunque parcheggia, sia chi è munito di speciale permesso sia chi il permesso non ce l’ha. Sindaco perché la sua ordinanza non viene rispettata e non viene fatta rispettare?». Un sospetto il consigliere di opposizione lo ha: forse il sindaco, dice, sa che la sua ordinanza presenta incongruenze rispetto al codice della strada, in particolare all’articolo 7, per cui il Comune «chiude gli occhi e lascia nel dimenticatoio la sua ordinanza, onde evitare di essere sommerso da una nuova ondata di ricorsi?»
«Qualsiasi sia la risposta – conclude Ilaria De Sanctis -, rimane la delusione dei tanti residenti che, pur muniti di permesso speciale, non trovano uno stallo libero per colpa dell’ ennesimo pasticcio a firma di Brucchi&co».