TERAMO – Si torna a parlare di teatro romano, in tema di polemiche sui ritardi decisionali della Soprintendenza da un lato e di scarsa tutela dei beni archeologici dall’altro. Ma lo si fa non perchè ci sia finalmente una novità positiva nel recupero del prezioso manufatto di epoca romana, tutt’altro. E’ Teramo Nostra che torna ad alzare l’indice contro la “strombazzature salvifiche" che sono l’unica realtà di un progetto che conta ancora “i due edifici incongrui sovrastanti, per di più con permanente pericolo di crollo". Il presidente dell’Associazione, iero Chiarini e il direttore artistico Sandro Melarangelo, ricordano infatti che con il sisma del 2009 casa Salvoni fu dichiarata inagibile e fatta sgomberare e che il recente terremoto all’inagibilità ha aggiunto il pericolo permanente per i passanti e per i fabbricati vicini. Chiarini e Melarangelo ad ogni modo "ringrazia il Ministro dei beni culturali, Franceschini che, grazie al compianto Marco Pannella e a Teramo Nostra, ha stanziato per il recupero del Teatro romano 1,5 milioni di euro, somma che unita al milione e mezzo della Fondazione Tercas e ai 385mila euro accantonati dalla Regione Abruzzo per questo recupero, dovrebbe risolvere il problema".
Secondo Teramo Nostra si tratta di una "ingente somma a disposizione ma manca la volontà del Sindaco, che invece di dare il via ai lavori, come da cronoprogramma firmato da tutti, ne ritarda ancora l’inizio con scuse inammissibili. E dunque senza l’inizio dei lavori mirati all’abbattimento dei due caseggiati incongrui – conclude Teramo Nostra – non è possibile la fruizione della cavea del Teatro romano e, al tempo stesso, non viene eliminato il rischio di crolli e di possibili tragedie».
Per non parlare poi della chiesa di San Giuseppe: nonostante le reiterate sollecitazioni dell’Associazione e dei suoi esperti, ha subìto il crollo del tetto e della cuspide del campanile a vela, "senza che venissero fatti a tempo debito provvedimenti di protezione. Solo a crolli avvenuti – dice Teramo Nostra – il Sindaco di Teramo e la Soprintendenza sono intervenuti platealmente, annunciando ipotetiche azioni di restauro».