Del Turco, vittoria a metà in Cassazione. I pm pescaresi: «Sancite la tangenti, ne prese 800mila»

ROMA – Vittoria a metà, in Cassazione, per la difesa dell’ex presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco: la Suprema Corte ha infatti annullato con rinvio la condanna d’appello in relazione all’accusa di associazione a delinquere, ma confermato le altre imputazioni relative alle pressioni che sarebbero state fatte sull’imprenditore della sanità, Vincenzo Angelini per ottenere denaro. Denaro tuttavia, del quale non é mai stata rinvenuta traccia sui conti di Del Turco né degli altri 8 imputati. «La montagna di prove che doveva schiacciarmi, si è dimostrata per quello che era: una montagna di fango – ha commentato l’ex governatore».

Ma i magistrati che hanno sostenuto l’accusa specificano che «la Cassazione ha confermato definitivamente il reato di corruzione, che era il cuore dell’inchiesta». «Il passaggio di denaro c’è stato, e questo conferma la correttezza del processo – ha detto l’ex procuratore capo di Pescara, Nicola Trifuoggi: «L’ex capo della Procura esulta per la sentenza della Cassazione. In fondo, lo apprezzo: sapersi accontentare di poco è una virtù», ribatte il legale di Del Turco, Giandomenico Caiazza.

Ora, dopo la pronuncia della Suprema Corte, gli atti verranno inviati alla Corte di appello di Perugia. Ma la prescrizione maturerà prima della fine del prossimo anno. I magistrati umbri devono rideterminare il trattamento sanzionatorio per Del Turco e per altri imputati tra i quali l’ex assessore abruzzese alla
sanità, Gabriele Mazzocca, e altri funzionari e componenti della vecchia giunta di centrosinistra, caduta sotto i colpi di questa inchiesta. Un’inchiesta che durante il processo ha molto circoscritto la sua portata: inizialmente le condanne erano state inflitte per 6,2 milioni di euro di presunte mazzette; in appello il giro di denaro si era ridotto a 800 mila euro. In aula, davanti ai giudici della sesta sezione penale della Cassazione, era presente anche Del Turco che ha seguito tutto il dibattimento. Il suo avvocato e le difese degli altri imputati, hanno sottolineato come le accuse siano state mosse da un ‘bancarottiere seriale’, condannato a più di 20 anni di reclusione per una distrazione di fondi pari a 105 milioni di euro".

«Spero che questo incubo termini e che a Del Turco sia restituita piena dignità: è un galantuomo che non ha mai preso nemmeno un euro di tangenti – ha sottolineato Caiazza nella sua arringa». La condanna per associazione a delinquere é stata annullata con rinvio anche nei confronti di Camillo Cesarone, ex consigliere regionale, e Lamberto Quarta, ex segretario della presidenza della Giunta. Dichiarato inammissibile il ricorso dell’ex dirigente della sanità, Pierluigi Cosenza, contro la prescrizione. Annullate senza rinvio le condanne per gli ex assessori Ennio Marcello Boschetti e Bernardo Mazzocca e l’ex
direttore generale della Asl di Chieti, Luigi Conga per via della prescrizione. Per gli altri capi di imputazione invece, le posizioni di Conga e Mazzocca dovranno essere rivalutate dalla Corte di Appello di Perugia per la rideterminazione delle pene. Annullate le condanne al risarcimento delle parti civili a carico di Sabatino Aracu, ex parlamentare di Fi, e rigettato il ricorso di Angelo Bucciarelli, collaboratore di Mazzocca.

E’ in sostanza da riscrivere la sentenza d’appello emessa dalla Corte d’Appello dell’Aquila il 20 novembre 2015. Rimane aperta tutta la questione inerente i risarcimenti per le parti civili: Regione Abruzzo, varie Asl e cliniche private