FARINDOLA – Non ci sono più neanche le parole formali, quelle dichiarazioni che servivano a lasciare aperta comunque una seppur minima speranza: ad una settimana dalla valanga che ha travolto l’hotel Rigopiano, l’unico obiettivo rimasto a chi sta scavando senza sosta è trovare prima possibile tutti i corpi sepolti sotto la neve e le macerie. Per chiudere finalmente la macabra conta delle vittime e abbandonare prima possibile quella montagna piena di dolore.
Non manca molto, a questo punto: in 48 ore i vigili del fuoco hanno tirato fuori da quel che resta dell’hotel 18 vittime; 9 le hanno estratte martedì e 9 mercoledì. Queste ultime sono sei donne e tre uomini: i loro corpi, come la maggior parte di quelli usciti da quell’inferno poche ore prima, erano incastrati tra tronchi d’albero, neve e macerie dell’hotel. Ed erano tutti in un unico ambiente: quello dove, prima che sul Rigopiano si abbattessero centinaia di tonnellate di neve, era il bar. I vigili del fuoco, in quella zona, c’erano arrivati già due giorni fa. Erano entrati passando dalle cucine e lì avevano avuto già un brutto presentimento: alcuni di quegli ambienti erano rimasti miracolosamente intatti, ma non c’era nessuno. "Speravamo di trovare qualcuno – ripetono ancora oggi – anche se sapevamo bene che stavano per lasciare l’albergo e dunque erano tutti radunati da un’altra parte. Però magari qualcuno era tornato indietro, o si era attardato per qualche motivo in cucina. E se fosse stato così si sarebbe forse salvato".
Concluse le verifiche nelle cucine, gli Usar, gli specialisti delle ricerche tra le macerie, sono passati al bar. Un’ampia zona tra la sala del camino, dove c’erano alcuni dei sopravvissuti, e l’area ricreativa, dove sono stati estratti vivi i tre bambini. Ma lì dentro la situazione era molto peggio: un unico groviglio di macerie e neve. E di corpi. Qualcun altro, invece, lo hanno recuperato nella zona dove erano le camere: quattro piani venuti giù completamente e schiacciati uno sull’ altro. Alla fine della giornata, i morti sono 27, quattordici uomini e tredici donne. Dodici di loro sono stati identificati: si tratta di sette ospiti, Sebastiano di Carlo e la moglie Nadia Acconciamessa, i genitori del piccolo Edoardo che oggi era in prima fila nella chiesa di Loreto Aprutino per salutarli per l’ultima volta, Piero di Pietro e la moglie Barbara Nobilio, Paola Tomassini, Stefano Feniello e Marco Vagnarelli. Cinque, invece, erano i dipendenti dell’hotel: c’è l’amministratore Roberto Del Rosso, il receptionist Alessandro Riccetti, il maitre Alessandro Giancaterino, il cameriere Gabriele D’Angelo e
l’estetista Linda Salzetta.
Altri 13 corpi sono invece all’obitorio dell’ospedale di Pescara, dove i parenti attendono di poterseli riportare finalmente a casa. Ma alla fine, il bilancio sarà di 29 vittime: mancano infatti ancora 2 dispersi, sepolti chissà dove in quel che resta dell’hotel o, non è escluso, trascinati dalla valanga centinaia di metri più a valle e ancora sotto 4-5 metri di neve. Ci sono duecento uomini che li stanno cercando con tutti gli sforzi possibili e la speranza, a questo punto, è che nessuno di loro sia stato trascinato dalla forza della valanga centinaia di metri più a valle e sia sepolto sotto metri di neve. Perché se così fosse l’agonia dei parenti durerebbe ancora a lungo.