TERAMO – Desta sempre più preoccupazione il grado di sicurezza dei plessi scolastici cittadini. Mentre il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, continua a ribadire la necessità di edifici in grado di resistere a terremoti del sesto-settimo grado, il vice presidente del Consiglio Paolo Gatti, punta il dito contro la mancanza di intervento da parte dello Stato che invece di fornire indicazione «lancia messaggi diversi». «La grande incognita – ha detto Gatti – resta la ripresa dell’anno scolastico. Lo stato, tramite la Commissione Grandi Rischi ha lanciato un allarme, ha detto delle cose. Ed è proprio la Stato che adesso dovrebbe provvedere. Perché è difficile valutare concretamente quali sono gli edifici che possono resistere a terremoti del sesto o settimo grado. Intanto – ha continuato il vice presidente del Consiglio regionale – bisognerebbe procedere con verifiche più accurate possibili su tutte le scuole teramane e poi con una mappatura di questo genere convocare il ministro dell’Istruzione e la Protezione Civile per valutare come e quando potranno riprendere le attività didattiche. La ripresa dell’anno scolastico in questo momento è fondamentale: la città di Teramo si sta rapidamente spopolando, riaprire le scuole significa dare ai cittadini un segno di normalità. Questa è un’emergenza epocale e noi come comunità abbiamo bisogno di una presenza forte dello Stato».
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