TERAMO – Dietro la frase "viene papà" si celava il via libera alla fornitura di cocaina o hashish, a seconda dell’ordine, che veniva gestito da padre e due figli di nazionalità albanese, con la complicità di un quarto soggetto, un 42enne di Sant’Omero. Tutti molto ben inseriti sul mercato se è vero che il traffico scoperto dai carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Teramo, diretti dal capitano Roberto Petroli e coordinati dal procuratore Antonio Guerriero, aveva fruttato nel corso dell’ultimo anno qualcosa come 300mila euro di ricavi. I quattro sono stati arrestati nella notte, nell’operazione condotta dai militari teramani e da quelli novaresi della Tenenza di Borgomanero dove il padre e uno dei due figli si erano nel frattempo trasferiti, da San Nicolò a Tordino, nel comune di Teramo, dove il nucleo risiedeva da tempo. L’inchiesta, partita sulle tracce dei tre albanesi, già noti alle cronache per precedenti specifici e noti per il loro spessore criminale e i tanti contatti sul territorio, ha portato all’individuazione del santomerese, al quale vengono attribuite attività di spaccio in zona: le riprese delle telecamere di sorveglianza, ma soprattutto le intercettazioni ambientali dei carabinieri e le testimonianze dei clienti, lo hanno immortalato mentre cedeva lo stupefacente nel parcheggio dell’ospedale Val Vibrata di Sant’Omero e spesso a diversi minorenni. L’attività degli albanesi e del quarto uomo arrestati su disposizione del gip del tribunale di Teramo con ordinanza di custodia cautelare in carcere, che si svolgeva prevalentemente tra Sant’Omero, Bellante e l’hinterland teramano, viene definita dalla procura "ben organizzata e allarmante".
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