TERAMO – E’ fissato sul numero 3 lo spartiacque della crisi amministrativa al Comune di Teramo. Tre sono i ‘dissidenti’ che hanno costretto alle dimissioni il sindaco Brucchi, tre è la differenza tra il numero degli assessori che rimetterebbe in gioco una nuova maggioranza, sei, e i nove dell’attuale esecutivo che soltanto il gruppo di Futuro In sembrerebbe ormai disposto a difendere a spada tratta. Fonda su questi numeri la decisione del primo cittadino di ritirare o meno le dimissioni, entro giovedì. L’aspetto numerico non di poco conto, è tato ribadito anche nel coro dela riunione con i consiglieri di maggioranza tenutasi alla Dmp, alla zona artigianale alle porte di San Nicolò. Alfredo Caccioni, Vincenzo Falasca e Mimmo Sbraccia hanno ribaadito davanti a tuti gli altri consiglieri, di pretendere un azzeramento dell’esecutivo (Sbraccia anche della presidenza del Consiglio e Falasca dei gruppi consiliari) con la nomina di nuovi assessori nel numero massimo di sei (con la ricostruzione ‘tolta’ a Di Sabatino Martina). L’esposizione e il sostegno di questa soluzione ppolitica è passata attravrso una dura contrapposizione tra consiglieri del gruppo ‘gattiano’ e il fuoriuscito Caccioni, con i primi a sostenere la linea oltranzista di portare in consiglio il documento programmtico del primo cittadino e in quella sede trovarne la condivisione con numeri e alzate di mano. Al sindaco è stata chiesta la disponibilità a rinunciare a candidature sia alla Regione che al Parlamento, ma soprattuto a tutta la maggioranza un patto che porti compatta la coalizione fino alla fine del mandato. Libro dei sogni o scontro finale? Forse entrambi. Per assistere all’ultima puntata bisogn aspettare altre 24 ore: tanto si è preso il sindaco per decidere.
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