TERAMO – Sono compatibili con un attacco di lupi le lesioni rilevate sulle carcasse di pecore, del gregge di proprietà dell’azienda agricola in contrada Specola, alle porte della città, in cui sono stati uccisi circa 150 capi. Lo ha stabilito l’ispezione cadaverica condotta dai medici veterinari del Servizio Igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche della asl di Teramo, su 12 pecore di razza sarda morte. La notizia della strage di ovini aveva destato particolare preoccupazione perchè avvenuta alle porte della città, in un’area sì costituita anche da vegetazione di arbusti e alberi, ma destinata a pascolo e molto vicina all’abitato del capoluogo. Che possa trattarsi di lupi, tuttavia, non deve destare preoccupazione, secondo quanto affermano i veterinari del servizio Asl. Nel corso degli anni è cambiato l’areale di movimento e i lupi trovano in questi corridoi di bosco un percorso ideale per farli addirittura spingere, di notte, fin sulla costa. Gli stessi veterinari, ricordando che gli allevamenti zootecnici sono stati preziosi per la sopravvivenza del lupo italico in Abruzzo, quando mancavano cinghiali e cervi, ritengono fondamentale da un lato formare gli allevatori a questa modifica naturale che mina l’economia agricola, perchè adottino sistemi di protezione e sicurezza dei capi, dall’altro implementare e coordinare i monitoraggi faunistici specifici al di fuori delle aree protette, al fine di individuare le consistenze di branchi di animali presenti sul territorio per predisporre azioni di mitigazione del fenomeno. Ricerca di una serena convivenza, dunque, in equilbrio con la salvaguardia di un sistema economico, ricordando che l’azione predatoria dei lupi sugli ungulati selvatici, come i cinghiali rappresenta un meccanismo efficace di contenimento delle popolazioni animali.
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