TERAMO – C’è dispiacere per l’uscita di Gianguido D’Alberto dal Pd «perché era il candidato a sindaco fisiologico del Partito». E’ una delle affermazioni, se pur tardiva, lanciate nella confernza stampa che ha ribadito l’incarico di commissario del Pd cittadino al capogruppo regionale Sandro Mariani. Proprio Mariani ha rivolto un appello a D’Alberto e a tutti i fuoriusciti del Pd (Francesca D Timoteo e Ilaria De Sanctis) «per ritrovare unità», sottolineando allo stesso modo di non avere «nulla contro Manola Di Pasquale» e anzi «di guardare con attenzione all’Istituto Zooprofilattico», di cui la Di Pasquale è presidente.
«Il bene, e la ripartenza politica a favore della città» sono state le parole ricorrenti anche per gli altri due partecipanti alla conferenza stampa: il segretario regionale del partito, Marco Rapino, e quello provinciale, Gabriele Minosse. Altro tema gettonato l’“inclusione” di tutte le forze politiche disponibili ad eventuali alleanze perché, come ha specificato il segratario del Coordinamento regionale Rapino, «le ultime elezioni hanno dimostrato che il Partito a livello locale non è autosufficiente». Nulla di nuovo dunque, se non il fatto che il commissariamento non appare in perfetta tendenza con il significato della definizione. Questo perché a controbilanciare il commissario Mariani ci sarà un “gruppo di lavoro” composto da «consiglieri comunali del Pd, altre cariche del Pd comprese quelle regionali e provinciali che vorranno partecipare». Seppure quindi questa mattina si sia detto che non ci saranno subcommissari, certo il ruolo affidato a Mariani non sembra conferirgli pieni poteri, come invece avviene quando si nomina un commissario.
Alla conferenza stampa erano presenti tra gli altri anche il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Maurizio Verna, e il presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino.