TERAMO – Se la parole della (vera) politica hanno un senso nella recentissima presa di posizione dei ‘gattiani’, comunicata a pochi organi di informazione, sul disappunto per la conferma ai vertici della TeAm di Bozzelli presidente e Pelagatti amministratore delegato, il gruppo di maggioranza relativa butta giù il velo di una lunga serie di ipocrisie politiche e mutismi. Dopo aver rimandato per lungo tempo l’immagine di una giunta compatta, coerente nelle scelte amministrative, granitica e solida, sopportando anche l’etichetta di ‘regia’ oscura nelle decisioni dl primo cittadino, fino a dover gestire anch’essi l’imbarazzo di una ‘dissidenza’ interna che ha indebolito numericamente un gruppo già passato per il più frequente turnover di assessori delle ultime due consiliature, i gattiani si trovano a dover ammettere loro malgrado, di aver subìto supinamente tutte le scelte del sindaco, dai ‘licenziamenti’ nell’eseecutivo fino alla conferma, appunto, dei vertici della municipalizzata. Ma davvero?
Giovannibattista Quintiliani, assieme a Maurizio Salvi, Antonella De Luca, Francesca Di Egidio, Emidio Di Matteo denunciano «la mancanza di condivisione nelle scelte di governance» che poi è stato il motivo di doglianza di tutti i consiglieri alla base della serie di crisi di governo affrontate dal sindaco in questi anni. «Decisioni prese a volte in beata solitudine e spesso a tu per tu con il sodale di turno, di solito un personaggio consapevole che una rassicurazione val più di un consiglio e che il conforto umano aiuta ad ottenere la designazione per l’agognato “posto”», scrivono i sei consiglieri di Futuro In, che aggiungono: «Siamo stati sempre fedeli al programma e al progetto del 2014, tanto che abbiamo accettato anche l’ingiusto sacrificio di tanti amici che, entrati in Giunta, sono stati poi espulsi immotivatamente; abbiamo creduto, in perfetta buona fede, alle parole del Sindaco Brucchi che prometteva maggiore condivisione sulle scelte, ma dobbiamo constatare, con assoluto rammarico, che non è giunto alcun risultato apprezzabile in tal senso».
Adesso la goccia che potrebbe far traboccare il vaso: «Anche stavolta, non vi è stata condivisione sulle nomine alla Team s.p.a., così come non vi è stata condivisione e non è condivisa la scelta sulle imminenti, sussurrate, ipotizzate, dimissioni dalla carica di Sindaco. I fatti – e lo diciamo davvero con amarezza – descrivono un uomo solo al comando, per scelta propria, e non per volontà di chi, come noi, con estrema lealtà ha sempre cercato di dare consigli e suggerire soluzioni, oltre a non aver mai fatto mancare il proprio sostegno ed il proprio voto».
Tuttavia, dicono Quintiliani e C., votermo il bilancio, «qualora il Sindaco dovesse decidere di non rassegnare le proprie dimissioni». Appunto. Una decisione che spetterà all’«uomo solo al comando». Futuro In, benvenuti a bordo!