TERAMO – Si è aperto, ed è subito stato rinviato al prossimo 17 maggio per la sentenza, il processo per la cosiddetta truffa del terremoto a Canzano. Il processo, inizialmente davanti al giudice monocratico Franco Tetto, a novembre era stato rinviato davanti al Tribunale in composizione collegiale in seguito alla riqualificazione del reato di truffa in quello di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, operata dallo stesso giudice. Oggi, in sede di prima udienza davanti al collegio, i difensori di 10 imputati su 11 hanno dato l’assenso all’acquisizione e utilizzo degli atti e delle prove acquisite.
Per loro, dunque, nella prossima udienza si andrà direttamente a sentenza, mentre la posizione dell’unico imputato che non ha dato l’assenso è stata stralciata e sarà definita davanti ad altri giudici.
A processo, per presunte irregolarità nella percezione dei contributi post terremoto a Canzano, ci sono 11 persone tra legali rappresentanti, amministratori, direttori dei lavori e procuratori di società appaltatrici o sub appaltatrici e professionisti, ai quali a vario titolo e sulla base delle diverse posizioni vengono contestati reati che vanno dall’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato fino, in alcuni casi, al falso.
Sotto i riflettori della Procura, una presunta strumentalizzazione della normativa sui danni del terremoto del 2009 nei comuni fuori cratere, con l’attenzione puntata su alcune perizie asseverate che avrebbero attestato – secondo l’accusa falsamente – il nesso di causalità tra le lesioni e il sisma e su alcune certificazioni prodotte dalle imprese che avevano fatto i lavori di ristrutturazione su abitazioni realmente danneggiate dal terremoto. In alcuni casi, infatti, secondo la Procura, nel computo metrico le imprese finite sotto accusa avrebbero dichiarato lavori superiori a quelli realmente realizzati, incassando così tutta una serie di somme non
spettanti.