L’AQUILA – Dopo la trragedia di Campo Felice di ieri, tornano le polemiche sull’azzardo che anche e soprattutto gli sciatori esperti mettono nella loro passione, su montagne e pendii dove le condizioni sconsiglianoi fuori pista. Sulla montagna aquilana il pericolo valanghe era 4 marcato ieri e come aveva nevicato, con una bufera con abbondante nevicata, sconsigliava qualsiasi atto sconsiderato.
Nella stazione sciistica del comprensorio del Sirente Velino, frequentata soprattutto da sportivi romani, erano arrivati, come facevano spesso, anche Massimo Urbani e Massimo Franzè, 57 e 55 anni, esperti sciatori, insieme ad Americo Guerrazzi, loro amico 59enne. Campo Felice è al centro di una vasta conchiglia fatta con i bordi di cinque montagne.
Gli impianti ieri sono stati presi d’assalto, tanto che su alcune strade ci sono stati rallentamenti del traffico, ma i tre amici erano arrivati di buon’ora. Forse la troppa confidenza con la montagna li ha spinti a tentare il fuori pista nella località nota come Anfiteatro, e lì il manto troppo fresco, circa 4 metri di neve accumulatisi nella notte su uno strato ghiacciato e compatto – uno dei fattori che aumenta il rischio di slavine – li ha traditi: il blocco staccatosi in quota ha travolto Urbani e Franzè scagliandoli contro gli alberi del boschetto sottostante, il terzo sciatore è rimasto semisepolto dalla neve e ha potuto chiamare i soccorsi. Guerrazzi è ora ricoverato, ma le sue condizioni non destano preoccupazioni.
«Erano nostri amici, e clienti storici. I primi ad arrivare la mattina, gente esperta, che conosce la stazione meglio di noi – commenta Luca Lallini, amministratore delegato degli impianti – Ieri c’erano seimila persone, per tranquillità abbiamo chiuso due piste vista la nevicata di due giorni prima. Più che vietare l’accesso installando recinzioni e mettere cartelli, non possiamo mica sparare alla gente".
"Sciatori esperti – dice il direttore della stazione invernale di Campo Felice, Gennaro Di Stefano, anche sindaco di Rocca di Cambio – che però, per una eccessiva sicurezza e confidenza, hanno scelto di fare una cosa molto pericolosa". Si è salvato per un caso un altro amico dei tre sciatori travolti, Massimo D’Azzena, medico di Roma, che frequenta assiduamente Campo Felice: "È un puro caso che io sia vivo. Dovevo essere con loro ma quando sono arrivato l’impianto era ancora chiuso e non ho agganciato i miei amici".