TERAMO – (jacopodifrancesco) Che il problema di questa squadra fosse prima mentale e poi tecnico, era facilmente intuibile. Ma la medicina non sta – almeno non sempre e non guardando gli ultimi risultati – nel cambio in panchina, col quale anzi si rischia di eliminare quel minimo di equilibrio e si aumenta la pressione sui giocatori, inevitabilmente complici del fallimento di qualsiasi gestione tecnica. Questa è una riflessione pesante e necessaria al termine del suicidio sportivo che il Teramo ha commesso al “Recchioni” di Fermo: un primo tempo perfetto coronato dalla doppietta di Bacio Terracino, ha lasciato spazio alla rimonta trionfale dei gialloblù – 4-2 al 90’ – che lascia il Diavolo in una posizione in classifica sempre più oscura.
Avvio da manuale Palladini insiste col 4-3-3, ancora titolari Panico e Pietrantonio. Durante le prime battute è il Teramo a gestire il gioco – prevedibile visto il classico 4-4-2 conservativo orchestrato da Destro – rimanendo corto, cercando con sicurezza la profondità e non soffrendo sulle fasce le offensive locali. La prima occasione è per Varas dopo una bella azione firmata Panico, poi arriva il vantaggio col rigore conquistato di fisico da Gondo e la trasformazione perfetta – ancora – di Bacio Terracino. Il Diavolo, galvanizzato, alza ancora il ritmo e difficilmente la Fermana esce palla al piede dalla sua metà campo, e la spizzata di Ilari è il preludio al raddoppio biancorosso: contropiede perfetto guidato da Gondo, magia di Bacio Terracino che conclude in buca d’angolo per l’esplosione dei 126 teramani al seguito. La Fermana sembra accusare e non poco l’uno-due, ma riesce ad evitare altre sbandate e si torna negli spogliatoi sullo 0-2.
Blackout Lo si può chiamare in vari modi: paura di vincere, mancanza di sicurezza, supponenza, inesperienza: sta di fatto che il Teramo è tornato in campo per la ripresa solo fisicamente, perché il dominio della Fermana è stato un crescendo irrefrenabile, a partire dal predominio in mediana per arrivare al gioco facile su buona parte delle sfide individuali sulle fasce, dopo il passaggio al 4-3-3. Prima Petrucci incorna in un’azione convulsa per accorciare le distanze, poi sempre lui trova il pareggio anticipando Bifulco al 61’. I biancorossi sono in balìa degli eventi, i locali sentono l’odore del sangue e l’ex Da Silva trafigge ancora Bifulco per il 3-2 che taglia le gambe al Teramo. Ma non basta, perché arriva anche la rovesciata spettacolare di Lupoli al 79’ che rende d’accademia l’ultimo quarto d’ora nel quale ovviamente i cambi – molto tardivi – di Palladini non spostano alcunché. Ora starà a Palladini risollevare – di nuovo, in primo luogo psicologicamente – la squadra per la complicata trasferta di sabato a Salò. La zona rossa è sempre più paludosa.
Teramo Calcio (4-3-3) Bifulco; Sales, Caidi, Speranza, Pietrantonio (87’ Diallo); Varas (Fratangelo 73’), Amadio (80’De Grazia), Ilari; Bacio Terracino (87’ Faggioli), Panico, Gondo (87’ Sandomenico).