TERAMO – Non ci saranno sconti da parte della tifoseria calcistica più estremista nei confronti del presidente del Teramo, Luciano Campitelli. E’ quanto chiariscono i componenti del gruppo Sedici Gradoni che intervengono nella polemica lanciata nei giorni scorsi dal patron biancorosso che aveva annunciato di disertare la tribuna del Bonolis in risposta agli striscioni degli stessi ultrà che gli chiedevano farsi da parte. Perchè se «la qualità umana degli uomini che hanno l’onore di rappresentare il Teramo calcio» è più importante per i Sedici Gradoni dei risultati sportivi per quanto gratificanti ma passeggeri, il profilo di Campitelli non somiglia a questa priorità, stante i precedenti. Sedici Gradoni infatti, ricorda che le motivazioni della loro contestazione «sono da ricercare nella poca chiarezza del suo operato negli ultimi anni. Partendo dagli arcinoti fatti di Savona – scrivono gli ultrà – fino ad arrivare all’annuncio dello scorso anno, dove come se nulla fosse, si prospettava il ritorno Di Giuseppe. Accettare in silenzio tutto questo sarebbe un’offesa alla nostra intelligenza. In cambio poi di cosa? Di garanzie economiche per il futuro del Teramo? Il senso stesso di appartenenza ai nostri colori e alla nostra terra che da sempre muove ogni nostro gesto, non avrebbe più motivo d’essere se tutto questo passasse nel silenzio». Secondo questa parte della tifoseria, Campitelli mette in atto un «piagnisteo» foriero di negativi auspici: «Già in passato chi l’ha preceduto (Malavolta) cercava di cavalcare una contestazione personale, oggi come allora legittima, per mascherare problemi societari di altra natura». E il rapporto tra «qualità umana», di cui sopra, di Campitelli e risultati ottenuti o da ottenere, concludono i Sedici Gradoni, è ampiamente deficitario per il primo dei due fattori.
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