TERAMO – Se la politica è fatta di segnali, la discesa in campo ufficiale di Giovanni Cavallari, oggi, ne ha consegnati tanti alla città. Due su tutti tra i più forti. Il bagno di folla alla prima uscita del candidato che ha il teatro romano e lo slogan "Bella Teramo" nel simbolo, ha convinto gli ultimi scettici che tra le sue fila è ancora viva la ottima impressione suscitata quando era amministratore attivo da capogruppo Pd e potenziale sindaco nel 2014. Ma non meno graffiante è il messaggio destinato ad aprire forse una resa dei conti finale nel dilaniato Pd provinciale: la presenza dell’ex deputato Tommaso Ginoble, del segretario provinciale Gabriele Minosse e di mezza dozzina di sindaci Dem (tra gli altri il rosetano Di Girolamo, Di Marco di Castellalto, D’Alonzo di Crognaleto), conferma la ricerca di un attaccante per la partita più difficile dai tempi del Modello Teramo, ma significa anche "schierarsi", senza se e senza ma, rispetto a Gianguido D’Alberto.
Tra applausi, sorrisi, grandi progetti e le consuete dichiarazioni programmatiche più o meno approfondite, la domanda ricorrente tra i festanti sostenitori di Cavallari (cui arriva la piena e convinta partecipazione dei colleghi della caserma dei vigili del fuoco, dove lui è funzionario, presenti a decine) è quella diventata tormentone: si faranno la primarie?
Ma come? Non era stata abbandonata questa eventualità? Forse no. Dice Minosse: «Abbiamo messo a loro disposizione l’organizzazione, decidano loro. So che ci sono ancora incontri in corso, ne parlano i candidati, noi più di questo come partito non possiamno fare». Dice Cavallari: «Io le volevo fare due mesi e mezzo fa, la cosa è andata per le lunghe. Aspettiamo, vediamo la loro proposta (di D’Alberto, ndr)… Io sono disponibile a una sintesi», tranne che appena poco dopo dire: «Io comunque vado per la mia strada, che è questa di oggi, vedete?», indicando la gente che lo avvicina e continua ad incoraggiarlo. A decidere, già adesso, sembra dunque essere il tempo che trascorre inesorabilmente, rendendo ogni giorno più problematica l’organizzazione di primarie.
Cavallari esce sicuramente galvanizzato da questa presentazione, anche se è difficile tradurre in consenso (voti) questo confronto pubblico: «La buona amministrazione sarà il biglietto da visita del mio mandato – ha detto Cavallari -. Tutti imiei candidati non hanno avuto finora eperienza politica, mai misurati con le elezioni comunali, siamo una variante che non puo essere quantificata e qualificata. potremmo avere deirisultati inaspettati e sono sicuro che li avremo. I teramani vogliono più certezze, amministrazione più vicina e trasparente e in fondo la normalità».