CHIETI – Non sono emerse liti in famiglia, così come non aveva problemi psichici, Fausto Filippone, il dirigente 49enne della Brioni protagonista di una domenica di ordinaria follia ieri, tra Chieti Scalo e il viadotto Alento a Francavilla al Mare. E’ quanto è emerso finora dagli accertamenti, e sottolineato in conferenza stampa dal questore di Chieti Raffaele Palumbo, anche attraverso la testimonianza di conoscenti e colleghi che lo descrivono come persona estremamente riservata e silenziosa. Adesso si sta cercando di ricostruire le ultime ore di vita di questa famiglia modello distrutta in poche ore con la morte prima della mamma, precipitata dalla finestra di una casa di proprietà a Chieti Scalo e poi quella della bambina di 10 anni, lanciata giù dal ponte dal padre, prima che si suicidasse dopo sette ore di trattativa con i poliziotti.
L’uomo aveva prelevato la figlia unica Ludovica presso l’abitazione degli zii materni che vivono a Pescara nella stessa palazzina della nonna, ma da quel momento si sono perse le loro tracce fino alle 13 quando l’uomo e Ludovica poco prima della tragedia di ieri sono stati visti camminare mano nella mano sull’autostrada. Secondo segnalazioni di alcuni automobilisti che, intorno alle 13, transitavano sul viadotto dell’A14 in direzione sud, padre e figlia, mano nella mano, si erano allontanati circa duecento metri dall’auto, camminando vicino al guardrail, prima di giungere nel punto da cui è precipitata la bambina. Un volo di cinquanta metri. Dopodiché nessuno si è più potuto avvicinare al corpo di Ludovica: ogni volta che soccorritori e personale della Squadra Mobile tentavano di avvicinarsi, Fausto Filippone minacciava, a voce alta, di lanciarsi.
«Resta da chiarire – spiega il capo di gabinetto della Questura Katia Basilico – se in tarda mattinata al momento dell’arrivo del 118 Filippone fosse ancora nei pressi della palazzina di largo Roccaraso dove giaceva il corpo di Marina Angrilli nell’area del retrocortile".