TERAMO – Il secondo passaggio teramano in un mese dell’onorevole Giorgia Meloni tocca con mano la realtà degli sfollati dell’Ater, «famiglie rese invisibili dai ritardi della burocrazia», come le ha definite il presidente di Fratelli d’Italia. La breve passeggiata della Meloni, al fianco del candidato sindaco del centrodestra Giandonato Morra, si snoda in un contesto surreale, fatto di abitazioni popolari chiuse, recintate e con le evidenti ferite del sisma di due anni fa. Questo ‘fossato’ tra cosa era prima di agosto del 2016 Colleatterrato Basso e l’attualità, diventa terreno fertile per i sostenitori del centrodestra, raccolti in circa 3-400 attorno ai loro leader, per affondare sui ritardi della ricostruzione: «Credo che mai nessuno prima di me sia venuto qui a rendersi conto – ha detto la Meloni ai cittadini, molti dei quali fuori del loro quartiere per il sisma -. Questo è il simbolo del fallimento della ricostruzione del passato governo. E’ drammatico constatare che a distanza di due anni dal terremoto, si stia parlando ancora di emergenza…».
«Non si tratta – ha aggiunto la Meloni – soltanto di risorse, le difficoltà sono create dalla burocrazia, dalle procedure, dalla scarsa attenzione dei governi nella quotidianità dopo il sisma, dopo l’emergenza. A questo governo poniamo la questione di maggiori poteri ai sindaci e più risorse, sperando che faccia meglio che in passato». L’onorevole riceve in regalo una ‘presentosa’ e si intrattiene con Tonino Serafini, il marito di Liliana, il caso simbolo di quanto poco, spesso, ricevano attenzioni gli inquilini Ater: Tonino sottolinea il disagio di un trasloco forzato, del sentirsi abbandonati ma anche del degrado che accompagna questa desertificazione di una comunità tra le più popolose dell’intera città.
Giorgia Meloni affida grandi responsabilità sul futuro di questo quartiere al suo ‘sindaco’ in pectore. E’ Morra che indica, augurandosi che sia il nuovo sindaco, spiegano che sono «le capacità dei sindaci» intraprendenti a fornire un grande aiuto in questi casi, anche contro la lentezza della burocrazia: «Dalla prossima settimana rivolgetevi a Giandonato sindaco – ha detto -, andatelo a trovare in delegazione e concordate una visita a Roma: venite a trovarmi, metteremo l’impegno a trovare soluzioni». E aggiunge, citando più volte il caso di nonna Peppina perseguitata per la sua casetta abusiva costruita sul suo terreno dopo il sisma e con le sue forze: «Incalzeremo il nuovo governo – ha aggiunto – affinchè dimostri di fare meglio del precedente perchè si può fare molto meglio come fece un altro governo che non lontano da qui, all’Aquila, dimostrò che le case temporanee erano temporanee e non definitive».
«Per noi non siete invisibili come hanno cercato di farvi diventare i ritardi di questa ricostruzione – ha detto loro il presidente di Fratelli d’Italia -. C’è un altro modo di ricostruire che noi abbiamo dimostrato di saper realizzare qualche anno fa e quell’esperienza la porteremo al cospetto del nuovo governo per chiedere che cambi completamente passo».