TERAMO – A fuoco nella notte, poco prima delle 3, un opificio gestito da cittadini cinesi nella zona artigianale di Sant’Atto, la Zaojtau srl. Le fiamme hanno distrutto gran parte del capannone, che si sviluppa su 800 metri quadrati, dove si producono giocattoli in plastica: le fiamme si sono estese anche ad altre due porzioni dell’area artigianale, dove sono ospitate altre due aziende (un’altra di produzione giocattoli e una di alimenti per animali, la Ica e la Agricom) e un magazzino di materiale plastico. I vigili del fuoco sono stati impegnati per tutta la nottata, schierando sul posto 15 uomini, con due autopompe, due autobotti, un’autoscala e un furgone per il trasporto di bombole di aria compressa, per rifornire gli autorespiratori utilizzati dal personale per accedere nello stabile invaso dal fumo. A causa del forte calore sviluppato dall’incendio, si sono verificati il crollo di parti della copertura in lamiera e l’inflessione di alcune travi in metallo di sostegno della copertura, oltre alla caduta di gran parte dei corpi illuminanti e il danneggiamento dell’impianto elettrico. L’immobile è stato dichiarato non utilizzabile, in attesa delle verifiche strutturali e della riparazione dei danni alle strutture e agli impianti. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato che stanno valutanto le ipotesi sul’origine del rogo. C’era anche il personale dell’Arta per i rilievi ambientali: i tecnici hanno effettuato campionamenti di acqua del fiume Tordino e aria per capire se ci sia stato inquinamento e a quale livello.
L’ordinanza del sindaco D’Alberto. Il sindaco Gianguido D’Alberto ha cnvocato d’urgenza un tavolo tecnico per seguire la vicenda. In attesa di conoscere l’esito delle analisi ambientali, il primo cittadino ha emesso una ordinanza con cui impone in via precauzionale, e fino a nuova disposizione, la chiusura delle finestre, lo spegnimento degli impianti di ventilazione o di condizionamento (e la successiva manutenzione e pulizia dei filtri degli stessi) nell’area compresa all’interno di un cerchio di raggio di 400 metri dalle strutture interessate dall’incendio e nella stessa distanza, il divieto di raccolta, distribuzione e consumo di tutte le colture, incluso il foraggio per animali e per il pascolo nelle zone ricadenti nell’area compresa all’interno di un cerchio di raggio di 400 ml, con centro a partire dalle strutture interessate dall’incendio.