False cittadinanze ai brasiliani: sospesi dalle funzioni 4 ufficiali dello Stato civile di Pineto, Roseto, Notaresco e Castellalto

TERAMO – Quattro ufficiali dello Stato civile di altrettanti comuni teramani sono stati sospesi dalle funzioni e dal lavoro per un periodo di 4 mesi. Il provvedimento interdittivo è firmato da gip del tribunale di Teramo su richiesta della Procura per falsità ideologica in atto pubblico e abuso d’ufficio continuato e in concorso. Gli ufficiali sospesi sono quelli dei Comuni di Pineto, Roseto, Notaresco e Castellalto. Nei loro confronti, secondo l’inchiesta condotta dalla squadra mobile della Polizia di Teramo, che ha scoperchiato un vasto giro di false cittadinanze italiane ‘jure sanguinis’ a favore di cittadini brasiliani, sono emersi gravi indizi di colpevolezza sul rilascio dei documentisenza che ve ne fossero i presupposti e sarebbero state ipotizzate specifiche ipotesi di abuso d’ufficio in concorso tra gli ufficiali deello Stato civile dei singoli comuni e i titolari o i collaboratori di diverse agenzie di intermediazione e di disbrigo delle pratiche, in relazione all’accertamento della effettiva residenza in Italia dei brasiliani che richiedevano la cittadinanza in Italia.
Si tratta del secondo provvedimento cautelare emesso nell’ambito dell’indagine ‘Cidadania’ dopo le dieci ordinanze cautelari di divieto di dimora in provincia di Teramo, emesse quest’estate nei confronti di altrettanti titolari di agenzie di intermediazione.
A firmare le misure, eseguite dalla Squadra Mobile, il gip Roberto Veneziano, che ha invece rigettato la richiesta del pm Stefano Giovagnoni di applicare la stessa misura anche ad otto vigili che nel frattempo sono stati spostati in parte ad altri incarichi ed in parte in altre città.
Nel corso delle indagini sarebbe infatti emerso come in ben 690 casi le cittadinanze richieste da brasiliani nei comuni interessati dall’inchiesta e relative agli anni 2015-2017 fossero state rilasciate senza i relativi presupposti. Tra questi proprio quello della dimora abituale in Italia.  
Un meccanismo che, secondo la Procura, avrebbe garantito ai titolari delle varie agenzie di intermediazione coinvolte un ingiusto profitto patrimoniale che andava dai 3 ai 4 mila euro a straniero.
A far scattare le indagini, circa due anni fa, era stato l’altissimo numero di richieste di passaporto italiano presentate in Questura da parte di cittadini brasiliani che avevano ottenuto la cittadinanza nei quattro comuni incriminati. Brasiliani che, nella stragrande maggioranza dei casi, non avrebbe avuto alcuna dimora abituale negli appartamenti indicati, requisito necessario per perfezionare l’iter ed ottenere la cittadinanza.