TERAMO – In fin dei conti non è andata poi tanto male al sindaco D’Alberto il primo round della due giorni di full immersion nei problemi delle partecipate. Nell’assemblea del soci della Teramo Ambiente, ha strappato il ‘congelamento’ della richiesta di arbitrato (notificata dalla governance al comune ma non depositata in tribunale) sui 3,7 milioni di euro che il Comune deve alla TeAm, in cambio di una valutazione, nella consistenza e nella esigibilità, di questi crediti, da parte di un tavolo tecnico, entro al massimo la fine di febbraio. Ma la notizia più importante al sindaco l’ha fornita Marco Basaglia, il professionista curatore fallimentare di Enertech, che possiede la quota privata di TeAm: c’è una proposta di acquisto del 49% per cento della società dell’igiene ambientale teramana.
IMPRENDITORE TERAMANO. La notizia è trapelata a margine della riunione, protrattasi per oltre tre ore. Basaglia, che cura il fallimento Enertech per conto del tribunale di Venezia, in una procedura che ormai si protrae da anni, ha reso noto la concreta possibilità che il quadro societario possa subire modifiche sostanziali, e per certi versi clamorose, nel breve periodo. Da quello che siamo riusciti ad appurare, ad avanzare una offerta di acquisto è stato un imprenditore teramano che vuole investire sulla società a capitale misto, per investire nel rilancio del servizio di igiene pubblica.
ASTA PUBBLICA. La conseguenza di questa iniziativa finanziaria, che ha trovato il giustificato favore della curatela, pone come conseguenza il fatto che lo stesso Basaglia avvierà un’asta pubblica che avrà come base l’offerta proposta dall’imprenditore locale: a conti fatti, potrebbe essere vicina a quella valutazione economica da sempre sul tavolo della discussione, ovvero oltre 1,5 milioni di euro. Vien da sè che questa operazione trova la curatela ampiamente disponibile, in considerazione che la procedura fallimentare deve trovare uno scopo e una conclusione.
NUOVO SOCIO. Insomma, a breve, Enertech potrebbe scomparire dalla compagine sociale della Teramo Ambiente e la società aprirsi a una nuova era societaria. Il che significherebbe la possibilità di nuovi investimenti, un rilancio dell’attività e la ripresa di vecchi progetti redditizi per la municipalizzata, vedi completamento del cimitero e impianto di cremazione, oppure il completamento e l’implementazione del centro del riuso a Carapollo.
ADDIO TUTTA PUBBLICA. All’argomento il sindaco GIanguido D’Alberto ieri pomeriggio, nell’incontro con la stampa, non ha fatto cenno, limitandosi a ricordare che la normativa regionale, e nel contempo la costituzione dell’Agir – ancora inattiva -, «abbiano tracciato il percorso per soluzioni future», che il primo cittadino individua soltanto con una società in house. Ma di questo hanno parlato in assemblea dei soci, perché anche alla luce della comunicazione del curatore Basaglia ai presenti, si è dato il via alla valutazione degli scenari compreso un approfondimento rispetto al diritto fallimentare, al codice degli appalti cui la stessa legge regionale fa riferimento in caso di gare di appalto. Insomma, adesso governance e soci della TeAm stanno sul pezzo di questo nuovo scenario, definito imminente.
DEBITI E CREDITI. Appunto perché il quadro dei soci è in evoluzione il rapporto debiti/crediti della TeAm va tenuto sotto controllo e non ripetere l’incertezza del passato, portando ancora una volta in bilancio un quadro non ben definibile di quanto la municipalizzata debba riscuotere. Ecco allora il tavolo tecnico allargato ai soci, che verificherà intanto se i crediti sono davvero esigibili o meno e poi come il Come intenderà pagarli. Il riepilogo è presto fatto: dei circa 3,7 milioni di euro 2,5 milioni sono tra crediti cosiddetti inesigibili e conguagli Pef dal 2010, 380mila euro di anticipazioni TeAm per i lavori del cimitero, altri 6-700mila di verde pubblico e razionalizzazione della spesa.
BENEFICIO PER IL MOTE. Parte da questa ‘apertura’ del sindaco il ‘patto’ al non procedere innanzi con l’arbitrato. Ma siccome il sindaco non è preoccupato soltanto dal debito del Comune ma anche di quello del MoTe, in cui il municipio ha una partecipazione del 49 per cento. Ma in tema di ‘volemose bene’ e per rispettare quell’appello ad abbassare i toni raccomandato da D’Alberto qualche settimana prima, il condono è esteso anche al MoTe. Nel senso che verrà ritirato il pignoramento fatto per riscuotere un debito di circa 350mila euro, e si tornerà a un tavolo per concordare una transazione.
CONTROLLO ANALOGO. Il sindaco ha chiesto documentazione relativa alle attività gestite dalla Teramo Ambiente, «per esercitare quel ruolo di azionista di riferimento in una società a partecipazione pubblica – ha detto – per preordinare una serie di iniziative sul controllo dei costi», e dice di aver richiesto «una informativa puntuale anche alla luce delle decisioni da adottare sulla nuova differenziata».
COMMESSA DI TERMOLI. A proposito di nuova raccolta differenziata, riflettendo che il ‘porta a porta’ ogni giorno di più si dimostra un problema piuttosto che una risorsa e che ha bisogno di un ripensamento radicale, D’Alberto si è detto preoccupato «sulle ricadute che la perdita della commessa di Termoli possa avere sui risparmi ipotizzati con l’introduzione delle eventuali novità nel sistema della raccolta» e che ancora viene presa una decisione sul sistema da adottare.