TERAMO – Il piano di dimensionamento scolastico è di sicuro la patata più bollente, oltre che la primissima, che ha preso in mano il presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura. Non si spengono ancora le eco della protesta degli studenti del Pascal-Comi-Forti che viene accennata la polemica sulla duplicazione dell’indirizzo di chimica a Nereto (Peano-Rosa) e Roseto (Moretti), ma subito dopo, è questione di queste ore, arriva un’altra: la revoca dell’indirizzo socio-sanitario all’Istituto superiore Alessandrini-Marino di Teramo, che lo aveva avviato sette anni fa. A insorgere è il consiglio d’istituto dell’Alessandrini, che definisce la scelta un altro caso di "mala assegnazione" operata nl piano e portata al parere della Conferenza provinciale di organizzazione delle rete scolastica, lo scorso 30 novembre (che l’offerta formativa non ha obbligo di approvazione).
L’Alessandrini, in sostanza, si ritrova spogliato di un indirizzo sul quale negli ultimi tre anni sono stete riversate ingenti risorse regionali per ampliare i laboratori e offrire una preparazione al passo con i tempi. Indirizzo che adesso viene assegnato altrove, Crocetti-Cerulli di Giulianova, che dovrà trovare il modo di attrezzare anche laboratori e personale necessario. «Tale assegnazione – scrive il Consiglio d’Istituto dell’Alessandrini – contribuirà ad un ulteriore sbilanciamento delle opportunità formative offerte dal territorio, a vantaggio della fascia costiera, rispetto alle zone interne, ma soprattutto ad un capoluogo di provincia. E’ da diversi anni che la provincia di Teramo, a ridosso delle iscrizioni, crea ridimensionamenti scellerati senza tener conto delle reali esigenze del territorio e della logistica delle scuole».
Sotto accusa ci sono le Istituzioni che dovrebbero garantire «una equa distribuzione territoriale della risorsa scuola senza farsi condizionare da scelte di chiara natura politica o da accentramenti senza alcuna logica o criterio condiviso».
Come ad esempio, pronunciarsi sul destino dell’Istituto Marino: si è parlato, impropriamente e prematuramente, di costituire un polo tenico, ma di questa scuola professionale, che ha enorme capacità di collocamento al lavoro, come giustamente sottolineato dal Consiglio d’istituto, non è stato fatto cenno. Eppure è da due anni senza sede.