TERAMO – Si torna a parlare di premi ai dirigenti del Comune di Teramo, ma con toni e attenzione molto diversi da quelli che accompagnarono le loro liquidazioni nel 2013, quando l’ammontare complessivo delle premialità supero i 400 milioni di euro. Di recente la giunta comunale ha approvato la valutazione complessivamente conseguita dai singoli dirigenti dell’Ente, così come formulata dal Nucleo di valutazione e il dirigente del primo settore, Furio Cugnini, ha firmato la determina di liquidazione, di una delle due voci suppletive allo stipendio che i dirigenti comunali riscuotono. Si tratta della retribuzione di risultato relativa all’anno 2017 che, secondo quanto concordato all’epoca del Commissario prefettizio in occasione della sottoscrizione del Contratto decentrato integrativo per l’area della dirigenza del Comune di Teramo, ammonta a 76.893 euro. Si tratta di una somma che rientra nei livelli degli ultimi anni, più o meno, e anche stavolta non fa registrare sussulti particolari. E’ una somma netta (al lordo degli oneri riflessi e dell’Irap sempre a carico del Comune, ammonta a 101.730 euro) che viene divisa per 6 dirigenti comunali e tra questi viene considerata ancora Cristina Di Gesualdo, ancora in servizio nel 2017 e oggi in pensione. A lei vanno 12.579 euro di retribuzione di risultato, una somma pressochè uguale a quella del dirigente del 2° settore, Fulvio Cupaiolo (12.599 euro), o dei colleghi del 3° settore, Adele Ferretti (12.644 euro) o dell’ufficio legale, 4° settore, Cosima Cafforio (12.498 euro). Superano quota 13mila euro invece sia il dirigente del 1° settore, Furio Cugnini che quello del 5° settore, Remo Bernardi, con quest’ultimo a far registrare l’indennità più altra tra i sei dirigenti, con 13.486 euro (contro i 13.084 di Cugnini). Fin qui l’indennità di risultato per il 2017. Si tratta lo ricordiamo di premialità che derivano da una relazione delle performance, sulla cui base viene valutato il raggiungimento o meno di obiettivi lavorativi che ai più, comuni cittadini, resta argomento oscuro e poco comprensibile, soprattutto se legato al visibile, ovvero quello che in città dovrebbe vedersi dei risultati, in tutti i settori, dell’attività degli uffici comunali e degli assessorati ad essi legati. Ma tant’è. Manca all’appello un’altra voce consistente, quella della retribuzione di posizione, più sostanziosa del ‘risultato’, che nell’accordo decentrato è stato quantificato in 251.845,62 euro, da dividere sempre per 6 dirigenti. Il calcolo è facile.
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